Libano, Cambio al comando tra la Brigata Alpina “Taurinense” e la Brigata “Sassari”

ll Generale di Brigata Stefano Messina è subentrato al parigrado Enrico Fontana, al comando della Joint Task Force-Lebanon Sector West di stanza in Libano

Libano, Cambio al comando tra la Brigata Alpina “Taurinense” e la Brigata “Sassari”
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Si è svolta presso la base “Millevoi” di Shama nel Libano la cerimonia di avvicendamento al comando della Joint Task Force-Lebanon Sector West (JTF-L SW), componente operativa di UNIFIL nel settore Ovest dell’area delle operazioni, tra il Generale di Brigata Enrico Fontana e il Generale di Brigata Stefano Messina. Presenti alla cerimonia l'Under-Secretary-General for Peace Operations Jean-Pierre Lacroix, l’Head of Mission and Force Commander di UNIFIL Lieutenant General Aroldo Lázaro Sáenz e le autorità civili e militari locali.

Il contributo italiano in Libano

L’Italia guida la JTF-L SW, composta da oltre 3.500 “caschi blu” di 17 delle 49 nazioni partecipanti alla missione. Il contributo del nostro Paese nel Sud del Libano supera le 1.100 unità, delle oltre 10.000 complessive di UNIFIL. Il Generale Fontana nel suo intervento ha ricordato come "la Taurinese ha affrontato con professionalità e compattezza il proprio mandato in un ambiente complesso e difficile dove, dallo scorso febbraio, nonostante l’escalation e le tensioni, il contingente italiano ha proseguito le sue attività adottando procedure utili a garantire la sicurezza dei peacekeepers, mantenendo elevato e costante il numero delle attività operative sul territorio e intensificando il supporto alla popolazione, alle LAF e alle autorità locali".

Altre parole di grande apprezzamento sono arrivate all’Under-Secretary-General for Peace Operations, che ha ringraziato il contingente italiano per la straordinaria professionalità dimostrata. Professionalità che ha consentito, seppur in un periodo teso e molto critico come quello vissuto in questi mesi, di perseguire i propri obiettivi lungo la Blue Line, nel pieno rispetto della 1701, concentrando l’attenzione anche nel supporto alle fasce più deboli della popolazione.

Il lavoro del contingente italiano

Il contingente italiano, che per gli aspetti nazionali opera alle dirette dipendenze del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), ha svolto attività di monitoraggio della Blue Line attraverso il personale dispiegato presso le due basi avanzate a guida italiana (UNP 1-31 e UNP 1-32) e il pattugliamento costante dell’area di operazione, autonomamente o con le Forze Armate libanesi (LAF). Questo ha consentito di registrate costantemente le violazioni della 1701, come previsto dalla risoluzione.

Il contingente ha anche sviluppato attività di addestramento e formazione, importanti sia per incrementare le modalità di coordinamento che a implementare particolari capacità, come il superamento di ostacoli con l'uso delle corde, utili in caso di interventi a favore della popolazione nelle aree colpite dalle tensioni e soggette al confronto.

Il supporto alla popolazione

Supportare la popolazione resta comunque lo scopo fondamentale in questo periodo. I bisogni, in particolare delle circa 90mila persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case lungo i villaggi prossimi alla Blue Line, sono quelli primari come la sanità, i farmaci e il cibo. In questo senso il contingente ha avviato una serie di operazioni di supporto svolte propria a favore di queste fasce di popolazione ospitate nei villaggi più a nord o nella città di Tiro, dove la “Taurinense” ha sviluppato attività di visite mediche e distribuzione farmaci e cibo in una delle scuole che ospitano numerose famiglie.

Per la Brigata "Sassari" si tratta della terza missione in

Libano dopo il mandato semestrale del 2016 e del 2020-21, dove i "dimonios" hanno maturato un bagaglio professionale di indiscusso valore, ma soprattutto un'approfondita conoscenza della cultura e delle tradizioni locali.

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