Carlo Calenda è convinto di poter fare il suo gioco con Azione e di aver una leadership talmente forte da poter trascinare gli iscritti nella sua logica. Eppure, gli iscritti gli stanno dimostrando l'esatto contrario, visto il fuggi-fuggi che si sta registrando nelle ultime settimane dal partito.
L'ultimo episodio si è registrato nella sezione irpina del partito, dalla quale sono scappati pezzi importanti in piena contestazione con il segretario. Il primo a lasciare è stato il coordinatore provinciale, Giovanni Bove, ormai ex segretario, che si porta dietro una parte degli iscritti. "Se Calenda preferisce i collezionisti di consulenze alla pazione e al disinteresse, se il merito e la capacità sono solo parole per riempirsi la bocca, per poi sposare le peggiori dinamiche della vecchia politica, gli auguriamo buona fortuna", ha spiegato l'ex segretario in una recente intervista. Ma il caso irpino non è isolato in Italia, e il rischio di un effetto domino è dietro l'angolo.
All'assemblea nazionale di Azione, Calenda ha parlato a ruota libera allontanando definitivamente l'idea del campo largo per l'opposizione. Nonostante il gradimento minimo da parte degli elettori per il suo partito, dopo aver rotto il patto del Terzo polo, ha allontanato definitivamente l'idea di una coalizione di campo ampio col Partito democratico, il Movimento 5 stelle e Italia viva. "Il campo largo? Come dicono gli americani, 'over my dead body'. Dovrete passare sul mio corpo", ha detto il segretario del partito, allontanando definitivamente l'idea del bipolarismo.
"Noi andremo per l'alto mare aperto a prendere i voti finché non saremo talmente forti che saremo noi a dire agli altri con chi si vogliono alleare. Voglio che finisca il bipolarismo e voglio cambiare la politica in Italia", ha detto Carlo Calenda, che ha l'ambizione di voler andare alla ricerca di voti ma senza aver legami con gli altri partiti. "Noi andremo per l'alto mare aperto a prendere i voti. Finché diventeremo grandi e saranno gli altri a dire che devono venire con noi, non saremo noi a dire con chi andare. Non mi è piaciuto quello che è successo quest'anno, ad un certo punto ci siamo persi", ha sostenuto.
Nelle parole di Calenda si trova sempre la solita presunzione che il segretario di Azione ha fatto sua nella strada della politica. La sua convinzione di poter costruire un partito forte parte dalla certezza di essere gradito agli elettori che, però, finora non la pensano in quel modo. Nel suo intervento, inoltre il segretario Calenda non ha risparmiato una delle sue solite frecciatine a Matteo Renzi, con il quale ha fatto saltare il progetto del Terzo Polo col quale si sarebbe dovuti andare uniti alle elezioni europee. "Non farò come Renzi che va o con la sinistra o con la destra se conviene. Se non vi sta bene cambiate partito o cercatevi un altro segretario", ha detto ai presenti.
Nel suo intervento, poi, non ha mancato nemmeno di attaccare il governo: "Questo governo ha già fallito perché non ha rispettato una delle promesse fatte agli italiani. Dopo i grillini, Salvini, ora Giorgia Meloni.
L'ho ascoltata al Senato e l'ho condivisa sulla politica estera, meno sull'immigrazione dove, dopo che hai promesso il blocco navale, ormai non sei più credibile". Ovviamente, Calenda ha omesso di spiegare che il progetto del blocco navale continua a essere in piedi per il governo, in un'ottica europea per fermare definitivamente il processo immigratorio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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