Conte blinda il prof anti-Meloni ma che odia pure il Pd: scoppia il caso Montanari

Il campo largo si divide sull'elezione del nuovo sindaco di Firenze. Il leader pentastellato impone la candidatura di Tomaso Montanari, personalità in "lotta" con il Partito democratico

Conte blinda il prof anti-Meloni ma che odia pure il Pd: scoppia il caso Montanari
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Error 404: il campo largo ha smesso di funzionare. La volontà della segretaria dem, Elly Schlein, di provare a mettere in piedi un’alleanza anti-Meloni si ferma davanti alla sfrontatezza grillina. Il casus belli dell’ennesima faida giallo-rossa è l’elezione del sindaco di Firenze. Dario Nardella, riformista dem, è all’ultimo mandato e il Movimento 5stelle, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, ha già deciso il sostituto perfetto: Tomaso Montanari. Rettore dell’Università per stranieri di Siena, giornalista del Fatto Quotidiano e personalità lontanissima dalle istanze del Partito democratico. L’ennesima grana per Schlein e il suo cerchio magico.

Nelle ultime settimane la leader dem ha intonato il solito ritornello all’insegna della collaborazione ad ogni costo. Il modus operandi, in vista delle prossime elezioni europee, è sempre lo stesso: campo largo whatever it takes. “Noi stiamo agevolando la creazione di tavoli per una coalizione più ampia possibile – ha ribadito solo pochi giorni fa la segretaria dem- questo porta a primarie o ad accordi e a una candidatura. Noi stiamo dialogando con tutti, ho sempre creduto poco alle formule astratte. Sui territori stiamo riuscendo a creare una alleanza”. La volontà, come spesso ripetuto dai vertici del Nazareno, è quella di creare un’alleanza la più larga possibile per provare a competere con le tre anime del centrodestra.

La scelta di Giuseppe Conte di provare a candidare Montanari a primo cittadino di Firenze nel 2024, al contrario, suona come un diktat verso gli “alleati” di opposizione. Il sindaco uscente, Dario Nardella, sponsorizza la dem Sara Funaro, assessora nella giunta all’Educazione e al Welfare. Dall’altra parte, Italia Viva, prova a schierare la vicepresidente della regione Stefania Saccardi. E il Partito democratico? In perfetto stile Schlein il Nazareno fa scena muta: nessuna decisione autonoma irrevocabile e nessun appoggio incondizionato al candidato grillino. La solita via di mezzo, colma di ambiguità e scarna di visione, frutto della personalità estremamente divisiva del rettore dell’Università di Siena.

Storico dell’arte e giornalista del Fatto Quotidiano, Tomaso Montanari rappresenta il candidato più distante dalle istanze riformiste dem. Da sempre in “lotta” contro il Pd, il rettore di Siena è stato perfino querelato dallo stesso Nardella nel 2020. Il suo livore ideologico contro il Partito democratico, d’altronde, è facilmente confermato dalle sue stesse dichiarazioni. In ordine: “Il Partito democratico – sosteneva Montanari – ha distrutto il Paese. Il dem Dario Franceschini, sempre secondo il possibile candidato grillino,“ha devastato il patrimonio culturale italiano”. E ancora, direttamente sull’amministrazione dem del capoluogo toscano: “Firenze – diceva – è una città in svendita.

Lo stesso rettore, incalzato dal Corriere della Sera, ha invocato una sua candidatura diretta: “Qui a Firenze – spiega Montanari – ci sarebbe davvero l’occasione di fare politica, Elly ha la possibilità di aprire una fase nuova”. Ora la palla passa alla segretaria del Partito democratico.

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