Caro-bolletta, così Calenda svela il suo vero volto

Da anni l'attività pubblica del leader di Azione è sovvenzionato dal mondo delle imprese. Ecco spiegato il perché di certe sue posizioni sul costo dell'energia

Caro-bolletta, così Calenda svela il suo vero volto
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Lo sciacallaggio che sta andando in scena intorno all'aumento del prezzo dell'energia è una scena a metà tra il drammatico e il paradossale. E fa cadere le braccia che i protagonisti di questa attività vile perché la speculazione avviene sulla pelle delle famiglie, sia portata avanti da alcune imprese beneficiate da decenni con denari pubblici e da politici che hanno una spiccata preferenza per il colore cangiante.

Così finisce che tocca sorbirsi Carlo Calenda – uno che problemi a pagare la bolletta certamente non ha - che si spaccia per paladino degli ultimi e che spiega come si può fare per abbassare il costo della bolletta energetica. Ma come molti che in questi giorni si sono avventurati sul terreno scivoloso dell'energia, l'ex ministro finisce per svelare i suoi veri mandanti.

Ciò non sarebbe sorprendente, accade spesso in politica; lascia però perplessi il fatto che l’attività pubblica di Calenda da anni è sovvenzionato dal mondo delle imprese, in particolare da alcune grandi energivore come le acciaierie Arvedi. Tutto legittimo, per carità, ma conoscere il contesto aiuta a comprendere meglio il perché di alcune posizioni tranchant del leader di Azione.

L'unica triste verità è che lo scellerato mix energetico di cui si è dotata l'Italia fa sì che il Paese sia la vittima preferita degli speculatori in ogni parte del mondo, da Amsterdam (dove si trova la Borsa del gas) fino a Stati Uniti o Africa. Tutti sanno che dipendiamo dal gas e quindi, sebbene la merce abbondi, ce lo fanno pagare a caro prezzo.

Non ci sono altri segreti da svelare. E se ci sono non riguardano il Paese, ma alcune categorie di aziende. Ad esempio quelle che hanno bisogno di molta energia elettrica per funzionare, che quindi necessitano di molti soldi, che però non mettono loro ma che pretendono dallo Stato. Basti ricordare che le grandi imprese energivore succhiano alle casse dello Stato non meno di 2 miliardi di aiuti l'anno tra sussidi e sgravi fiscali. Si badi: queste aziende (circa 3mila contro il milione di imprese industriali nazionali) sono beneficiate dei sostegni pubblici da tempo immemorabile a fronte del nulla che viene elargito alle altre.

E adesso che le famiglie protestano, che la bolletta media italiana aumenta, cosa fanno queste aziende? Protestano e piangono miseria, in maniera così scomposta da suggerire molti dubbi sulla loro legittimazione. Uno degli aiuti si chiama Interconnector e prevede l'acquisto di energia a prezzi uguali a quelli dei paesi confinanti che producono energia (comprare dalla Francia è per esempio un affare). In cambio però dovrebbero realizzare infrastrutture di connessione, ma a quanto pare su questo fronte non ci sentono. Basti dire che erano previste infrastrutture per 2500 MW e fino a oggi ne sono state realizzate per 700 MW. I sostegni però sono stati incassati fino all’ultimo euro.

Il momento insomma è delicato, e Calenda che fa? Al posto di schierarsi davvero con le famiglie e fare luce sugli aiuti ricevuti dalle aziende energivore

blatera di soluzioni che stringi stringi finirebbero col disincentivare la realizzazione di impianti rinnovabili. Oltre al danno la beffa. Ma davvero Calenda pensa di conquistare in questo modo nuovi seguaci alla sua causa?

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