Roma - Cene, consulenze e parcelle di avvocati non si sa bene a che titolo, taxi, bonifici alle sezioni amiche. E affitti di casa, a Roma, anche quello pagati con i soldi del gruppo Lega nord al Senato, soldi pubblici perché erogati dal Palazzo Madama come finanziamento ai partiti-gruppi. C’è di tutto nel fascicolo che la stessa Lega sta raccogliendo sulla gestione dell’ex tesoriere (cacciato in malo modo dal partito), Piergiorgio Stiffoni. «Niente di eclatante » rassicura l’avvocato-senatore Sandro Mazzatorta, nuovo amministratore dei conti leghisti al Senato.
«Siamo l’unico partito che fa pulizia al suo interno, infatti abbiamo incaricato un’importante società di revisione dei conti (la Pricewaterhouse Coopers, la stessa che certifica i bilanci del Pd, ndr ) di fare chiarezza su tutte le spese». Massimo riserbo su quanto si sta scoprendo, ma qualcosa filtra sull’uso dei circa 2,6 milioni di euro che ogni anno riceve la Lega al Senato. Si parla di svariate spese per cene (sempre di lavoro?) non di tutto il gruppo della Lega al Senato, ma di un gruppetto più vicino all’ex tesoriere e all’ex vertice, che comprende l’attuale capo Bricolo e l’ex leghista (anche lei cacciata) Rosi Mauro.
E poi di consulenze per collaboratori, anche qui di alcuni senatori e non di altri, e parcelle di avvocati senza un giustificativo (alcune, a quanto pare, di un legale che ha fatto da consulente al governatore Cota, che non è però mai stato senatore...). E gli affitti? Ci sarebbe almeno un altro importante esponente della Lega al Senato che gode dello stesso benefit di Roberto Calderoli, cioè il canone della casa a Roma pagata gentilmente dal Carroccio. «L’uso di quei fondi è insindacabile » commenta un parlamentare leghista. Che aggiunge: «Ora vi interessate solo della Lega, ma andate a vedere come spendono i soldi del gruppo al Senato anche quelli di Pdl e Pd!Se da noi c’è 10,lì c’è 100! Andate, andate...».
Restando in casa Lega, anche l’ex tesoriere Stiffoni, tipo piuttosto irascibile, sta raccogliendo la sua versione contabile, con ricevute e documenti. Un memoriale vero e proprio, da tenere pronto quando servirà. Nel frattempo risponde per le rime a chi lo ha fatto fuori dal partito, dopo quattro legislature col fazzoletto verde. Soprattutto a Maroni, denunciato per diffamazione dopo che al raduno bergamasco gli aveva dato di fatto del «mariuolo». «Il sottoscritto a differenza dell’onorevole Maroni non ha mai ricevuto denaro da società per consulenze.
Roberto Maroni, come testimoniato da Franco Boselli nel procedimento penale in corso, ha ricevuto 60.000 euro e la sua portavoce Isabella Votino 14.000 dalla società Mytos per consulenze orali su come muoversi nei rapporti con Comuni, Province e Regioni. La società Mytos è indagata per false fatturazioni con centinaia di società per decine di milioni di euro.È curioso che l’onorevole Maroni non si autosospenda dal partito». Prestazioni fatte da Maroni in qualità di avvocato, già chiarite dall’ex ministro (che ieri ha incontrato Bossi, che avrebbe concordato una pace, cioè la sua non ricandidatura al congresso federale). Dopo Maroni, Stiffoni ne ha per altri. Al trevigiano ex sindaco Gentilini, che ne ha chiesto l’espulsione, dice: «Non gli rispondo nemmeno, ormai andato completamente in aceto ».
Al senatore leghista Vallardi: «Mi rinfaccia l’auto blu che mi spettava come membro dell’Ufficio di presidenza? Faccia il calcolo di quanto ha risparmiato in taxi coi passaggi che
gli ho dato!». E poi al presidente leghista della Provincia di Treviso, Muraro: «Il re dei rinfreschi, quello della Festa delle quaglie e del bramito dei cervi. Un buon cane da pastore. Non un pastore, capiamoci bene!».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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