Non sono per nulla d'accordo con la sentenza della Cassazione penale che assolve una maestra, sostenendo come i baci sulla bocca e gli abbracci intensi agli alunni siano «finalizzati a creare un clima di reciproca confidenza...funzionale, alla riduzione, nel bambino stesso, dell'ansia da distacco dall'ambiente e dalle figure familiari di riferimento».
È pur vero, come sosteneva Konrad Lorenz, che siamo mammiferi destinati a vivere nel branco e, pertanto, proiettati a riconoscere e far valere il fisiologico diritto al contatto fisico. In una parola l'affettività. Tuttavia, anche l'affettività è un dato culturale che deve necessariamente essere interpretato e modulato, ma soprattutto insegnato, in riferimento alle persone con le quali si esprime e al contesto nel quale si manifesta.
Del resto è indispensabile che un bambino possa comprendere la diversità del ruolo che nel quotidiano ricoprono le varie figure di riferimento; lo slancio affettivo di un educatore non può assimilarsi certamente a quello di un genitore o ad altro familiare. Nell'educazione e nella formazione di un bambino, l'insegnamento deve rispondere a canoni e limiti imposti e predefiniti.
A me, personalmente, fa ribrezzo (e anche un po' schifo, pensando alla più facile trasmissione delle malattie) vedere chiunque, persino un genitore, che baci sulla bocca il figlio qualunque sia il sesso e l'età dell'uno e dell'altro. Figuriamoci un nonno o un insegnante.
Il bacio sulla bocca è un gesto profondamente intimo, con grandi risonanze erotiche. L'inizio di tutto il resto, nelle storie di passione e d'amore. Il bacio è racconto, promessa, mistero, illusione. Non è una moneta spendibile in tutte le stagioni; non è privo, anzi, di emozioni spesso indistinguibili. Non può certo avere la «funzione» di ridurre l'ansia nei bambini. Perché, proprio sulla bocca, poi?
A conferma basta ricordare la frase della prostituta Pretty Woman, che affermava: «A un uomo - per lavoro - faccio tutto, tranne baciarlo sulla bocca». Bambini e bambine devono, fin da piccoli, saper distinguere tra i diversi baci, le carezze più o meno casuali, la forza protettiva, disarmante o coinvolgente di un abbraccio.
Se dunque l'affettività deve avere i suoi confini e i più giusti indirizzi, certamente, un insegnante non può baciare sulla bocca né i bimbi, né, tantomeno, gli adolescenti. Senza con ciò escludere, da parte degli insegnanti e degli adulti, quei gesti importanti di calore e affettuosità, verso i più giovani, che trasmettano sentimenti di vicinanza e protezione: in nessun modo equivocabili e confusori dei ruoli e dei sentimenti espressi. Naturalmente, senza con ciò entrare nella persecutorietà collettiva, tale da creare il timore di dare una carezza o la paura di ricevere un abbraccio.
Come purtroppo sta avvenendo in America, paese precursore dei comportamenti europei anche nelle negatività sociali; quello americano, infatti, è diventato un puritanesimo peloso, ai limiti della paranoia, e con il serio rischio di provocare anaffettività e suggerire il tradimento del branco, con l'unico esito di creare generazioni inibite, frustrate e potenzialmente perverse.
Insomma, tra la consapevole correttezza e la paranoia, c'è un grande spazio nel quale si possono attivare la saggezza, la lungimiranza e il rispetto.
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