"Sainz rapinato? La sicurezza è un problema ovunque". Sala se ne lava le mani

La rapina a Carlos Sainz non è che l'ennesimo episodio che configura Milano come città insicura. Ma il sindaco mette le mani avanti: "È il mondo che è meno sicuro rispetto al passato"

"Sainz rapinato? La sicurezza è un problema ovunque". Sala se ne lava le mani
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Per il sindaco Giuseppe Sala vale il detto "mal comune, mezzo gaudio". Milano, città che vede la sua seconda amministrazione, è la città più insicura d'Italia, quella in cui si commettono più reati. Le cronache consegnano quotidianamente all'opinione pubblica un'immagine di Milano ben lontana da quella della città operosa, accogliente e vivace che era un vanto per l'Italia fino a pochi anni fa. Oggi, camminare per le strade della metropoli è un continuo sentirsi bersaglio di stupratori o rapinatori, come ben sa Carlos Sainz, pilota della Ferrari derubato in pieno centro da una banda di sudamericani.

Non si contano le molestie, le aggressioni sessuali, gli scippi con strappo e i borseggi, che nella maggior parte dei casi sono compiuti da stranieri, spesso nemmeno regolari sul territorio. Anzi, molti di loro, una volta fermati, risultano essere stati oggetto di decreti di espulsione mai veramente attuati. Il risultato di un'accoglienza indiscriminata, che permette a chiunque di entrare sul territorio italiano senza che vi siano controlli all'origine su quali siano i pregressi e senza una ratio che ne valuti la sostenibilità. E così ecco che a Milano si sono costituiti i ghetti di stranieri ma anche veri e propri accampamenti, per non parlare degli edifici, pubblici e privati, occupati abusivamente.

Ma per Sala, d'altronde, non c'è da preoccuparsi. Mica Milano è l'unica città insicura del mondo. È stato lui stesso a dichiararlo, incalzato dai giornalisti dopo il caso Sainz. "È il mondo che è meno sicuro rispetto al passato. Basta vedere cosa succede in tutte le città del mondo", ha detto il sindaco del capoluogo lombardo. Una tesi che non regge, perché basta uscire dai confini italiani per rendersi conto di come sia il nostro Paese a essere preda della piccola criminalità, come sia solo il nostro Paese a incutere una sensazione di profonda insicurezza quando si cammina per la strada la sera, soprattutto se si è donna.

Meno di un anno fa, il sindaco dichiarò che la colpa era dei social che davano visibilità ai casi di violenza in città e a seguito dell'ultimo episodio ha proseguito sulla stessa linea: "Ogni cosa che succede a Milano è enfatizzata all'ennesima potenza". Tuttavia, davanti alle evidenze di ogni giorno, anche uno come lui che difficilmente esce dalla cinta dei bastioni di Milano per toccare con mano cosa succede nella realtà, deve ammette che esistono dei problemi: "C'è da lavorare. Ormai non credo che sia un tema di percezione della realtà, la sicurezza è un problema, bisogna e continueremo a lavorare".

Ora Sala chiede più divise per le strade di Milano, rendendosi conto che la situazione è arrivata a un punto di non ritorno. Ma lui era quello che solo pochi anni fa è andato in sfilata a Milano per difendere gli stranieri irregolari dopo che due di loro avevano malmenato due militari in servizio nel programma Città sicure.

Il buonismo "a la carte" di Sala evidentemente non ha pagato e ora che Milano è una polveriera, che i cittadini hanno paura e si stanno rivoltando contro l'amministrazione, anche quelli che l'hanno votata, il sindaco cerca di correre al riparo. Non perché speri in un prossimo mandato, visto che non sarà possibile, ma per avere qualche speranza in una prossima tornata elettorale nazionale o regionale.

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