Comuni, da Bergamo a Bari, Forza Italia se la gioca al ballottaggio

Tentorio-Gori e Di Paola-Decaro verso lo spareggio, Cattaneo avanti a Pavia. De Mita sindaco a Nusco a 86 anni

Alessandro Cattaneo
Alessandro Cattaneo

Le Amministrative cancellano il Movimento 5 Stelle e il Ncd. Il Partito democratico conferma l'ascesa, Forza Italia arretra ma resiste. Il dato elettorale che arriva dai 29 Comuni capoluogo chiamati al voto il 25 maggio si discosta, e non poco, da quello delle Europee. Resta il trend di crescita del Partito democratico, ma a spese dei grillini, con Forza Italia che, in più d'un caso, pur perdendo terreno, riesce a imporre il ballottaggio agli avversari, riprendendosi il ruolo di unica alternativa al centrosinistra.

Fanno storia a sé casi come quello di Ciriaco De Mita, che a 86 anni suonati diventa sindaco della sua Nusco: ci aveva provato nel 1956 e gli era andata male, 58 anni dopo s'è preso la rivincita, sbaragliando i rottamatori renziani. Non dovrà invece attendere tempi lunghi per uno scranno municipale Benedetta Renzi, sorella del più noto Matteo: sarà assessore nella giunta Sermenghi a Castenaso, centro alle porte di Bologna per l'occasione divenuto feudo dei democrat.
Nel resto d'Italia lo spoglio, andato avanti a rilento un po' ovunque, ha regalato altre sorprese e conferme. Tra le prime le notizie che arrivano da Ascoli Piceno, che rimarrà nelle mani dell'azzurro Guido Castelli. Moderati avanti a Pavia, con Alessandro Cattaneo che viaggia sopra il 45%. Ruoli invertiti a Cremona, per un probabile ballottaggio che vedrà di fronte Gianluca Galimberti (Pd) e Oreste Perri (Forza Italia).

Secondo turno pure a Bergamo, tra l'uscente Franco Tentorio e il suo sfidante del Pd Giorgio Gori. Nell'elenco dei Comuni dove sarà necessario tornare ai seggi figurano altresì Potenza, Foggia e Urbino, queste ultime due sin qui guidate da sindaci di centrosinistra eletti nel 2009 al primo turno. Tutta da giocare la partita a Perugia (con il democratico Boccali ieri sera a un soffio dal 49%), Terni (la forzista Paola Crescimbeni insegue il democratico Di Girolamo) e, soprattutto, Padova: il leghista Massimo Bitonci è distanziato di un paio di punti percentuali dal reggente Ivo Rossi, che nel 2013 aveva preso il posto di Flavio Zanonato, chiamato nel governo Letta.
In bilico la partita di Bari: il deputato Pd Antonio Decaro sfiora il 49%. Dovesse mancargli lo scatto di reni notturno, dovrà vedersela con Domenico «Mimmo» Di Paola, del centrodestra che qui marcia unito, attestato attorno al 36%.

Il resto è per il centrosinistra, in molti casi agevolato dalle scelte suicide degli alfaniani, che perdono rovinosamente le sfide in solitaria: a Modena non va oltre il 3,7% il senatore candidato-sindaco Carlo Giovanardi. Sulle sponde dell'Arno il partito dei cinque ministri non supera il 2,5%. A Prato (dove il Pd Matteo Biffoni ha spodestato l'uscente Roberto Cenni) l'asticella, impietosa, si ferma sotto l'1%. Se ne giovano, inevitabilmente, gli uomini del premier. A Firenze il delfino di Renzi, Dario Nardella, conquista il Municipio viaggiando attorno al 60%. Senza storia anche le sfide a Sassari, con Nicola Sanna (Pd) che fa piazza pulita con più del 65%, e a Forlì, dove il democratico Davide Drei viaggia ben oltre la soglia del 50%.

Identico copione a Ferrara, saldamente nelle mani del riconfermato Tiziano Tagliani (centrosinistra); a Modena vede già la vittoria Giancarlo Muzzarelli (centrosinistra); a Cesena (qui vince per la seconda volta il democratico Paolo Lucchi) e a Reggio Emilia, con Roberto Vecchi (Pd) che senza patemi d'animo va prendersi la poltrona che era stata di Graziano Delrio. Ancora, cavalcata travolgente di Matteo Ricci a Pesaro, eletto col 60%. E i pentastellati? Dovranno accontentarsi di aver costretto al ballottaggio le sinistre a Livorno e a Campobasso. Per la prima volta nella storia.

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