Confessa: ho ucciso per 100 euro Poi piange la «povera nonnina»

Confessa: ho ucciso per 100 euro Poi piange la «povera nonnina»

TorinoA tradirlo è stata una telefonata alla figlia. «Mi hanno convocato i carabinieri. Sono preoccupato. Ma tu devi stare tranquilla. Vado dall'avvocato». Il telefono di Giorgio Palmieri, il pregiudicato di 56 anni convivente dell'ex colf della famiglia Allione, era sotto controllo da due giorni. E così, quando i carabinieri hanno ascoltato quelle parole hanno deciso di intervenire. Martedì sera sono andati a prenderlo a casa di un amico che lo stava ospitando e lo hanno portato in caserma. Hanno giocato d'anticipo e lo hanno messo alle strette. Dopo quattro ore d'interrogatorio, l'uomo ha ceduto. Ha confessato tra le lacrime di essere stato lui, venerdì, a uccidere i coniugi Carla e Maria Angela Allione e la «nonnina» Emilia Campo dall'Orto. Un testimone scomodo, quest'ultima. «Non volevo farle del male, alla nonnina. Mi si spezzava il cuore mentre la colpivo. L'ho coperta con un piumone e le ho dato un bacio in fronte prima di lasciare la casa».
Palmieri è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Ha ucciso per denaro. Per cento euro che ha usato per andare a fare la spesa. «Volevo toglier loro i soldi», ha spiegato. Una confessione choc nella quale l'uomo ha ripercorso minuto per minuto l'atroce delitto. Ha detto di essere entrato in quella casa con la scusa di restituire un debito di 500 euro, soldi che gli avevano prestato quando la sua compagna lavorava per loro. E di aver trovato lì l'arma, un tagliacarte, con cui ha ucciso. «Ho citofonato ed è venuta ad aprimi la signora Allione. In giardino, mentre ci dirigevamo alla casa, ho visto qualcosa luccicare. Lei mi dava le spalle e io ho raccolto quell'oggetto». Una volta in casa, Palmieri si è fatto offrire un caffè. «Stavo bevendo il caffè e le ho detto che non avevo i soldi. La signora Allione mi ha risposto che potevamo riparlarne dopo le feste, ma ha guardato suo marito quasi a volergli dire “che è venuto a fare allora?”. A quel punto Palmieri avrebbe cominciato a innervosirsi, poi ha chiesto di andare in bagno. «Ci sono rimasto un po'. C'era un guanto di lattice e l'ho indossato. A un tratto Carlo Allione è venuto a chiamarmi». A quel punto Palmieri ha aperto la porta del bagno. «Gli ho detto di darmi i soldi e lui mi ha risposto che non ne aveva. L'ho colpito con il tagliacarte alla schiena, sotto la scapola, poi l'ho colpito di nuovo. È arrivata la moglie, stava per gridare. L'ho afferrata per lo scialle e le ho urlato di darmi i soldi, poi l'ho colpita».
Palmieri dice di essere andato nel panico, di non aver neanche cercato il denaro: «Ho afferrato un borsello da una cesta, c'erano cento euro». Il panico però non gli ha impedito di raccogliere la tazzina, il cucchiaino e la zuccheriera, oggetti che aveva toccato e sui quali c'erano le sue impronte e il suo dna, per poi disfarsene nel fosso dove sono stati ritrovati dal figlio della coppia uccisa, Maurizio Allione. L'incontro con la nonnina è avvenuto all'uscita. «Stavo scendendo e lei ha aperto la porta della sua camera e poi è tornata dentro. Io le sono andato dietro. Era sul letto e giocava a carte, mi ha chiesto cosa ci facessi lì. Le ho detto che non volevo farle del male, ma lei mi ha risposto “ora ti aggiusto io” e l'ho colpita».
Nelle ore successive al delitto, Palmieri si è disfatto dei vestiti e dell'arma. Ha speso i soldi in un supermercato. «Non ho detto a nessuno quello che avevo fatto». Ieri è stato eseguito un primo esame sui corpi e il medico legale parla di ferite compatibili con il racconto fatto dall'assassino. Sconvolta la convivente dell'uomo, Dorotea de Pippo: «Dieci giorni fa se n'è andato di casa. Le cose non andavano più bene. Lui non trovava lavoro, io lo pressavo.

Si sentiva un peso, ma non pensavo potesse arrivare a tanto». Ha pianto, invece, Maurizio Allione quando ha saputo che il killer dei suoi genitori era stato arrestato: «È contento, ma solo ora si rende conto di essere solo», ha detto il legale Stefano Castrale.

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