I militari italiani sono tutti fascisti. Questa è la tesi surreale sostenuta dagli ambienti antagonisti che, in questi giorni, stanno cavalcando il tema del mancato urlo "Decima" da parte del corpo d'elite dei Comsubin durante la Cerimonia del 2 giugno. L'anno scorso si alzò la polemica perché venne fatto addirittura con "saluto fascista", si indignò qualcuno. Quest'anno, per evitare strumentalizzazioni elettorali, dall'interno del corpo è stato deciso di non fare l'urlo durante il passaggio davanti al presidente Sergio Mattarella e la polemica è montata perché in questo modo il corpo avrebbe rinnegato le sue radici. Poi ci sono gli antagonisti che, senza conoscere la storia, in apparenza orgogliosi della propria ignoranza, sproloquiano sulle forze militari che tutelano la sicurezza del Paese. Quindi anche la loro.
"I militari della Repubblica Italiana invece di urlare 'Decima' dovrebbero onorare le decine di migliaia di soldati italiani morti di fame, stenti e malattie durante la prigionia nella Germania nazista. E con loro onorare tutti gli altri internati, circa settecentomila, che dissero 'no' all’arruolamento nella Repubblica Sociale", dicono gli antagonisti, forse ignari del fatto che chi ha fatto di "Decima" il suo motto è il Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori "Teseo Tesei", noto come "Comsubin", che nulla a che fare con la X Flottiglia Mas RSI ma è diretta discendente del reparto che nel 1943 si riorganizzò a Taranto con Ernesto Forza, Luigi Marceglia e Luigi Durand de La Penne, che combatté orgogliosamente con le truppe alleate.
Quindi, quando gli antagonisti dicono che "gli incursori, i paracadutisti, i carabinieri, invece di richiamarsi alla tradizione di un esercito invasore, imperialista e sconfitto su ogni fronte di guerra dopo anni di occupazione criminale, dovrebbero richiamarsi alla storia dei tantissimi soldati italiani che, anche pentendosi di quello che avevano fatto nel triennio 1940-1943, disertarono la Repubblica Sociale e aderirono alla Resistenza", non sanno evidentemente di cosa stanno parlando, visto che la stessa X Mas la disertò. E dall'alto di questa manifesta ignoranza si permettono di asserire che, se non lo fanno, è perché "non si riconoscono nella storia popolare di questo Paese, nei suoi percorsi di progresso sociale, nelle sue lotte per l’emancipazione, per la libertà, per l'uguaglianza".
Muovere queste accuse ai corpi militari italiani non è solo intellettualmente scorretto ma rappresenta una mancanza di rispetto nei confronti di chi ha dato la propria vita per questo Paese. E sarebbe troppo facile chiedersi quanti tra quelli che oggi puntano il dito contro le forze armate avrebbero il coraggio di indossare l'uniforme e accettare di sacrificare la propria vita anche per chi li insulta e li deride, come fanno oggi i nostri militari. Ma c'è di più, perché senza avere la minima idea di ciò che dicono, gli antagonisti si permettono di affermare che "molti dei nostri militari si sentono in continuità con le peggiori nefandezze compiute dall’esercito italiano nel corso della sua storia".
E, mentono sapendo di mentire, mettono sotto accusa la locuzione "Fascio eletto di spiriti eroici, la X Flottiglia M.A.S. è rimasta fedele al suo motto: 'Per il Re e la Bandiera'", che fa parte delle motivazioni per le quali nel 1943 venne conferita alla X Mas la Medaglia d'oro al Valor Militare. Per altro, "fascio" è una parola italiana che indica, come da vocabolario Oxford Languages, "un insieme di elementi uguali" e il suo senso, in quella frase, non è fraintendibile. Eppure, tutto questo è utile alla narrazione di un ammasso di militari nostalgici del fascismo da parte delle solite frange anarchiche e antagoniste.
"Siamo il Paese in cui invece di ricordare gli Alpini che combatterono nella Resistenza, istituiamo date celebrative di episodi legati all’invasione dell’Unione Sovietica", proseguono, ancora mentendo sapendo di mentire, ma d'altronde l'Unione Sovietica è spesso il modello al quale loro guardano. Quindi non stupisce questa propaganda contro i militari italiani, di cui l'Italia dorebbe andar fiera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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