Schlein e Anpi firmano le nuove leggi: così vogliono cancellare Almirante

Presentate oggi due proposte di legge del Pd contro la propaganda nazifascista. Una di queste vieterebbe di intitolare strade a dirigenti del Pnf come Almirante

Schlein e Anpi firmano le nuove leggi: così vogliono cancellare Almirante
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“Due proposte di legge necessarie per fare i conti fino in fondo con la storia, perché senza memoria non si possono porre le basi per un futuro migliore". Così Elly Schlen è intervenuta alla presentazione di due proposte di legge del Partito democratico, scritte insieme all'Anpi, che hanno lo scopo di contrastare ulteriormente la propaganda dell'ideologia fascista e nazifascista.

Per la Schlein, "è importante ostacolare ogni tentativo di riscrivere la storia. È stato troppo a lungo sottovalutato un processo normalizzazione che produce danni enormi. La Costituzione non mette tutte le opinioni sullo stesso piano, giustamente l'Anpi chiede lo scioglimento delle formazioni neonaziste". In questa direzione vanno le due proposte di legge del Pd. La prima, la numero 395, si prefigge colmare alcune lacune della legge Scelba e della legge Mancino, punendo severamente anche la propaganda sul web, ma quella che può divisiva è la numero 396 che riguarda “l’intitolazione di strade, piazze e altri luoghi o edifici pubblici la cui denominazione è di competenza della pubblica amministrazione a esponenti del partito o dell'ideologia fascista”.

Una legge che sbarrerebbe la strada a tutti quei sindaci che vogliono seguire l’esempio del primo cittadino di Grosseto che ha voluto dedicare una strada a Giorgio Almirante il quale, prima di fondare il Msi (partito che si è presentato regolarmente alle elezioni), è stato dirigente fascista e della Repubblica di Salò. “Siamo stati molto precisi. La legge varrebbe per Almirante o figure simili. Non per chi è stato semplicemente iscritto al Pnf o al Pfr”, spiega a ilgiornale.it il deputato dem Andrea De Maria, sottolineando che la legge non colpirebbe personaggi come Dario Fo, Ugo Tognazzi e Giorgio Albertazzi in quanto semplici iscritti, ma non dirigenti del fascismo. Il divieto, infatti, in base a quanto stabilito nel comma 2, si applica solo ai dirigenti del Pnf (Partito nazionale fascista) o del Pfr (partito fascista repubblicano); a coloro che hanno promosso, partecipato e aderito al manifesto per la difesa della razza; ai criminali di guerra o ai condannati per la legge Scelba e Mancino. La legge, dunque, sembra essere ‘contra personam’, ossia contro Almirante, deputato per 40 anni e fondatore del Msi, un partito che ha eletto molti parlamentari e che si è regolarmente presentato a tutte le tornate elettorali.

“Come ho detto durante il mio intervento noi siamo per costruire una vera unità e condivisione fra le forze politiche. Ma senza riscrivere la storia”, spiega De Maria convinto che “l'unità si può costruire sul comune riferimento ai valori costituzionali. Di una costituzione che è antifascista e nata dalla Resistenza”.

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