È scontro totale tra Luca Zaia e Andrea Crisanti. Un duello politico che si trascina dai tempi dell'emergenza Covid-19 e che ancora oggi infiamma i rapporti tra i due nell'ambito della faida sui tamponi rapidi. Di recente il microbiologo ha deciso di lasciare l'Università di Padova, ma subito dopo è andato all'attacco e ha rincarato la dose con una serie di sferzate all'indirizzo del governatore della Regione Veneto. Gli animi si sono infuocati di nuovo in seguito a un'intercettazione diffusa da Report, programma d'inchiesta in onda su Rai 3.
L'attacco a Zaia
Crisanti, intervistato da La Repubblica, ha rivolto subito un'offensiva contro l'esponente della Lega: "È malvagio, non c'è altra spiegazione". Il microbiologo ha addirittura scomodato la malvagità per sferrare l'ennesimo commento al veleno contro Zaia, con cui da mesi si punzecchia a distanza per quanto riguarda la gestione del Covid-19: "Pensare che un presidente della Regione utilizzi tutta la sua forza e le sue leve per danneggiare in maniera illecita chi sta cercando di metterlo sulla giusta strada a me pare di una gravità inaudita".
Inoltre ha approfittato dell'occasione per sostenere che nel caso in cui ci trovassimo in Inghilterra "Zaia sarebbe costretto a dimettersi". Crisanti ha denunciato il "regime di intimidazione" che a suo giudizio troverebbe vita in Veneto e ha imputato al governatore leghista la responsabilità di essere "l'orchestratore della campagna di diffamazione e discredito". E ha assicurato di voler inseguire Zaia "fino alla fine del mondo per inchiodarlo su qualsiasi responsabilità che possa avere nei miei confronti".
Crisanti ha rivendicato il suo studio sui tamponi dell'ottobre 2020, specificando di aver agito su indicazione dell'Unità di crisi dell'ospedale di Padova. Da qui la proposta di uno studio su tutti i pazienti del pronto soccorso al fine di testare l'efficacia dei tamponi rapidi: "È venuto fuori che hanno una sensibilità del 70%, insufficiente per avere adeguato valore predittivo negativo, cioè la probabilità di identificare come negativo un negativo vero".
Crisanti lascia l'Università di Padova
Nella giornata di ieri Crisanti ha fatto sapere di aver lasciato l'Università di Padova per avere le "mani libere" e tutelarsi legalmente evitando situazioni di imbarazzo per l'Ateneo che collabora in via istituzionale con la Regione. Da quando è stato eletto a Palazzo Madama con il Partito democratico era in aspettativa. Il senatore ricopriva il ruolo di docente ordinario di microbiologia.
L'addio è stato ritenuto necessario alla luce dell'indagine sui tamponi rapidi e sulla diffusione di alcune intercettazioni telefoniche in cui si parlerebbe proprio di lui.
In sostanza Crisanti vuole essere libero di intraprendere ogni tipo di decisione per quanto lo riguarda: restando in attesa di capire se gli avvocati identificheranno delle responsabilità di carattere penale, ha dichiarato all'Adnkronos che ha "tutta l'intenzione di andare a fondo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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