Crisanti ci ripensa di nuovo: "Manterrò lo stipendio da senatore"

L'esponente dem, Andrea Crisanti, ha scelto di mantenere lo stipendio da senatore rinunciando a quello da medico: ecco qual è stata la vicenda che ha tenuto banco nelle ultime settimane

Crisanti ci ripensa di nuovo: "Manterrò lo stipendio da senatore"

Alla fine si è deciso: dopo essersi fatti due conti ma, soprattutto, dopo aver compreso l'incompatibilità di due situazioni antitetiche, il senatore dem Andrea Crisanti ha optato per continuare a percepire lo stipendio da senatore rinunciando a quello da medico erogato dall'Azienda Ospedaliera Padova. Il dietrofront è servito: come abbiamo visto sul Giornale.it, nella querelle di ottobre il medico aveva inizalmente scelto di mantenere il bonifico mensile rinunciando a quello da parlamentare perché, per legge, ovviamente non poteva percepirli entrambi ma doveva fare una scelta.

"Il compenso deve cessare"

Il mare magnum si era venuto a creare a causa di Crisanti che rivendicava il diritto di continuare a percepire, ugualmente, lo stipendio ospedaliero nonostante si fosse messo in aspettativa per esercitare il ruolo politico. Come ricorda Il Mattino di Padova, però, la vicenda aveva fatto alterare e non poco l'Azienda ospedaliera il cui vertice, Giuseppe Dal Ben, aveva giustamente contestato la richiesta del prof. affermando che il compito di Crisanti fosse realizzato soltanto se avesse lavorato nei termini stabiliti dal contratto con l'Università: se ha e fa un altro lavoro, non può pretendere nulla.

Cosa prevede la legge

Qualcuno lo avrà fatto riflettere sul fatto che fosse nel torto e l'articolo 68 del dl legge 165 numero 2001 parla chiaro: "i dipendenti delle pubbliche amministrazioni eletti al Parlamento nazionale, al Parlamento europeo e nei Consigli regionali sono collocati in aspettativa senza assegni per la durata del mandato" e che i soggetti in questione possono "optare per la conservazione, in luogo dell’indennità parlamentare e dell’analoga indennità corrisposta ai consiglieri regionali, del trattamento economico in godimento presso l’amministrazione di appartenenza, che resta a carico della medesima". In parole povere, non poteva essere accolta in alcun modo la richiesta di Crisanti che pretendeva i soldi ospedalieri sull'attività di ricerca e didattica.

La scusa della previdenza

Come ricorda il quotidiano, il microbiologo avrebbe voluto scegliere l'opzione sanitaria ufficialmente per "motivi di contribuzione previdenziale, a partire dalla continuità nel versamento" ma era chiaro l'intento sulla remunerazione, più alta rispetto a quella da senatore come da lui stesso dichiarato. Adesso, però, la scelta differente: è così che lo scienziato arrivato da Londra per "chiara fama" dovrà accontentarsi dei bonifici di Palazzo Madama.

Per dover di cronaca va ricordato che già a ottobre l'Azienda Ospedale Università, con la determina numero 2146, aveva sospeso lo stipendio di Crisanti "a fronte della mancata attività dirigenziale e assistenziale del professor Crisanti, dovuta alla recente elezione presso il Senato della Repubblica".

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