Dai microchip sotto pelle all'Europa: il complottista del M5S a caccia di un seggio

Dai microchip installati sottopelle alle falsità sulle Torri gemelle: ecco chi è il giovane deputato del Movimento 5stelle a caccia di un seggio a Bruxelles

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Dal complottismo più surreale all’impegno personale sul referendum per abolire la caccia. Dai microchip sottopelle installati dagli americani per controllarci, arrivando perfino alle tesi che dovrebbero smontare la versione ufficiale dell’attacco terroristico dell’11 settembre. Il curriculum già stravagante di Paolo Bernini, giovane ferrarese e volto storico dei Cinque stelle della prima ora, si arricchisce. Il prossimo obiettivo? È presto detto: correre per un seggio sicuro a Bruxelles.

A poco più di un mese dalle prossime elezioni europee, snodo centrale per la politica nostrana e non solo, si riaffacciano le figure più eccentriche del panorama italiano. Nella lista non poteva mancare il giovane Paolo Bernini, originario di Cento (Ferrara) e già noto per le sue posizioni quantomeno discutibili in materia di geo politica ma non solo. L’etichetta del complottista, giova ricordarlo, se l’era “guadagnata” sul campo. A partire, ovviamente, dai microchip sottopelle targati Usa: “In America – aveva spiegato ripreso da Ballarò hanno cominciato a mettere microchip nel corpo umano per mettere i soldi: è un controllo di tutta la popolazione”.

Ma questa è solo la punta dell’iceberg di un pensiero tanto preciso quanto surreale. In Aula, infatti, l’esponente pentastellato si era spinto oltre il limite della decenza, mettendo in dubbio la versione ufficiale dell’11 settembre: “È stata smentita da tutti i punti di vista. Palesemente falsa – aveva sentenziato e ormai il mondo se n’è accorto. La verità probabilmente non la sapremo mai, ma sicuramente è molto diversa da quella che i media mainstream ci raccontano”. E, con sprezzo del ridicolo, aveva aggiunto: “In questo caso si può dire che tutto quello che sai è falso e detto all’americana: “It was an inside job”. Tradotto: fu un lavoro interno. Insomma, per l’ennesima volta è colpa degli americani. Un refrain che, d’altronde, contraddistingue gli stessi interventi quotidiani dell’odierno Movimento grillino.

Tra le sue lotte rimangono indimenticabili quelle in difesa dei diritti degli animali e le sue crociate in nome dell’ambientalismo più ideologico.“Anche l’abbigliamento è frutto di crudeltà verso gli animali, come per esempio le cinture. Io ho scelto di vestirmi con un rifiuto – diceva sui social - , una ruota di bici usata come cintura, molto resistente e sostenibile”.

Ora, in vista del voto europeo di giungo, il parlamentare eletto nel 2013 tra le fila dei Cinque stelle ci riprova: gli occhi sono puntati al seggio di Bruxelles. Il suo slogan, rispolverate le sue vecchie battaglie è già pronto:“Dalla Palestina all’antispecismo: serve più Unione europea contro l’oppressione”. La palla passa agli elettori.

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