Ieri sembravano tutti d'accordo. La maggioranza pareva aver raggiunto un accordo bipartisan sul ddl sulla diffamazione, convergendo su un testo più "morbido" rispetto a quello precedente (che prevedeva multe fino a 100mila euro e sanzioni per editori e blog).
E invece oggi è saltato tutto. Il presidente del gruppo Pdl Maurizio Gasparri ha chiesto di rinviare tutto, d'accordo con il presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro e Francesco Rutelli. La discussione riprenderà lunedì prossimo. Il dibattito si è impantanato sull'entità delle sanzioni pecuniarie a carico dei responsabili di diffamazione.
Gasparri ha chiesto di metter da parte gli emendamenti della discordia, cioè quelli che riducono le multe a una forbice che va dai 5 ai 50mila euro.
Poco prima del rinvio, la presidenza di Palazzo Madama aveva accolto la proposta di far esprimere l'Aula con voto segreto sull’articolo 1 del provvedimento, cioè quello che elimina il carcere per i giornalisti che hanno diffamato e che introduce l’obbligo di rettifica.
"Se salta l’accordo che avevamo raggiunto ieri in questa riunione, che non è stata affatto informale, ma politica, salta l’intero provvedimento", ha tuonato il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli.
Che ha denunciato come il testo sia "a rischio per divisioni trasversali interne ai gruppi" e come il "problema non è solo quello della riduzione delle multe, ma il fatto che se viene meno l’accordo trovato, si rimetterà in discussione l’intero impianto del progetto di legge. Il rischio è che qui finisca come il gioco dell’oca: si torna alla casella di partenza.
Per questo Gasparri è intervenuto. Se si rispetta l’intesa lunedì riusciremo ad approvare la legge, altrimenti no. Anche ieri avevamo raggiunto un accordo che a dire il vero a questo punto non so se ci sia più...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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