E il Csm fa lavorare due magistrati condannati per minacce ai testimoni

I pm Ruggiero e Pesce, all’epoca alla Procura di Trani, giudicati colpevoli con sentenza confermata anche dalla Cassazione

E il Csm fa lavorare due magistrati condannati per minacce ai testimoni

AAA cercasi Csm. Come è possibile che due magistrati condannati in via definitiva in Cassazione per tentata violenza privata ai danni di alcuni testimoni siano ancora in servizio e continuino a lavorare come se nulla fosse e senza all'orizzonte lo straccio di una sanzione? La domanda, per quanto possa sembrare assurda, è lecita e prende ancor più vigore dopo la notizia del rinvio a giudizio per corruzione in atti giudiziari di Carlo Maria Capristo, magistrato ora in pensione nonché ex procuratore di Taranto e di Trani. Già, perché Capristo per anni ha guidato quella che si può definire senza timore di smentita una delle procure più anomale e illegali della storia della Repubblica. Infatti, è lì che lavoravano i due pm in questione, Michele Ruggiero e Alessandro Donato Pesce, entrambi condannati rispettivamente a 6 mesi e 4 mesi di reclusione per aver minacciato e indotto alcune persone informate sui fatti nel secondo filone dell'inchiesta sul Sistema Trani a rilasciare false dichiarazioni, con frasi e metodi illeciti. «Stai attento a quello che dici», «io le cose le so già e tene andrai in carcere pure tu», «ti sto sottoponendo a questa specie di chiacchierata interrogatorio che verrà tutta fono registrata per darti la possibilità di salvarti», «tu mo ti puoi alzare, te ne vai e poi ci vedremo tra un mesetto però in una diversa posizione, tu dietro le sbarre e io da un'altra parte...». Queste alcune delle minacce che avrebbero convinto un testimone a firmare un verbale di sommarie informazioni poi posto alla base di una richiesta di arresto. E poi ancora ecco altre frasi pronunciate da Ruggiero e Pesce: «Tua moglie lo sa cosa hai fatto? Che tu fai così?»; «Dal carcere c'è una visuale sul mare stupenda e secondo me a lei col problema che c'ha le fa pure bene... è la fase della vita nella quale bisogna un attimo rilassarsi, cominciare un po' a pregare, a farsi un esame di coscienza... pensare ai nipotini»; «Possiamo impegnarci per farla stare con il caldo che fa al fresco...», «Anche la sola indagine a tuo carico ti creerebbe un casino di problemi per la laurea, per il tuo futuro». Altri due testimoni, stando alle indagini, sarebbero stati costretti «con modalità intimidatorie e violenze verbali» a dichiarare di essere a conoscenza di alcuni episodi di consegna di tangenti. A uno di loro il pm Ruggiero avrebbe contestato «un atteggiamento omertoso e mafioso», minacciando «che se avesse dichiarato il falso avrebbe rischiato fino a quattro anni di carcere». Un altro testimone, che sin dall'inizio aveva avvisato gli inquirenti di avere problemi cardiaci, ha poi accusato un attacco di cuore. Tra le altre cose, Ruggiero avrebbe minacciato un testimone di arrestarlo se non avesse rivelato i dettagli di una presunta tangentopoli al Comune di Trani, trattenendolo in Questura per sette ore e facendolo scortare in bagno da due agenti. A febbraio la Cassazione ha confermato la condanna della Corte di Appello di Lecce del 18 giugno '21 sia per Ruggiero sia per Pesce.

A oggi, i due risultano essere sostituti procuratori della Repubblica ordinari a Bari dove svolgono le indagini relative ai procedimenti che gli vengono assegnati dal Procuratore e dove esercitano in piena autonomia l'azione penale. E c'è da sperare almeno che lo facciano senza intimidire e minacciare nessuno.

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