Novecento milioni di euro. Tagli alla spesa della politica da raggiungere nell'arco di un triennio. Il piano firmato dal commissario alla Spending review Carlo Cottarelli si prepara a impallinare anche gli onorevoli sprechi dei palazzi romani. Nel documento presentato al premier Matteo Renzi e anticipato da Repubblica, Cottarelli ha indicato una road map che prevede un nuovo taglio al finanziamento pubblico, la revisione delle spese degli ed enti locali e una stretta sugli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale.
I tagli a Comuni, Regioni e partiti sono stati calendarizzati con una progressione evidente. Si passa dai 200 milioni per il 2014 ai 300 milioni per il 2015, per arrivare ai 400 milioni per il 2016. In base al decreto legge che da febbraio rimodula il finanziamento ai partiti i partiti avrebbero altri tre anni prima di perdere completamente i soldi pubblici. Come anticipa Repubblica, il commissario alla Spending review vorrebbe da Renzi uno sforzo maggiore e un'accelerazione dei tempi di riduzione. I tagli, però, non si fermano ai finanziamenti pubblici. Ce n'è anche per gli enti locali. In primis, l'unione dei Comuni sotto i 5mila abitanti e la riduzione sia dei consiglieri sia degli stipendi. Stesso discorso per le Regioni chiamate a tagliare consiglieri e vitalizi evitando, è l'avvertimento di Cottarelli, "l'aggiramento delle misure (come nel caso delle misure introdotte dal governo Monti)". E ancora: "il divieto di cumulo di pensioni con le retribuzioni offerte dalla carica pubblica".
La spending review passa anche attraverso i tagli della spesa degli organi costituzionali. Cottarelli vuole tagliarla del 25% nel giro di un triennio. In questo modo passerebbe da 2,4 miliardi di euro a 1,9 miliardi entro il 2016. "Dal 2009 - si legge nel documento - non c'è stata alcuna riduzione della spesa contro un calo del 10% delle amministrazioni centrali". Tra le altre misure proposte, poi, Cottarelli "infila" anche la riduzione dei costi della riscossione fiscale. Un'operazione che, stando alle slide presentate a Renzi, immetterebbe 400 milioni di euro all'erario pubblico. Come spiega Repubblica, famiglie e imprese versano le tasse in banca che, a sua volta, trasferisce l'importo alla Banca d'Italia dietro il pagamento di una provvigione. Nella proposta di Cottarelli, che ricalca le raccomandazioni avanzate anche dalla Bce, il Tesoro dovrebbe aprire propri conti corrente.
"Un software di cash pooling, cioè di gestione unitaria della cassa - si legge - permetterebbe di gestire questa tesoreria 'diffusa' come fosse un conto unico, con l'effetto di risparmiare sulle provvigioni agli istituti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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