Ecco l'hamburger che salva le mucche: è fatto in provetta

La polpetta di carne artificiale è stata realizzata da ricercatori olandesi. Il materiale viene ricavato dalle cellule staminali dei bovini. Gli esperti: "Sembra davvero carne"

Ecco l'hamburger che salva le mucche: è fatto in provetta

«È molto simile alla carne». È questo il commento rilasciato da un team di esperti olandesi che, dopo tre mesi di tentativi, ha dato vita al primo hamburger artificiale. Si tratta di una polpetta di carne ricavata da cellule staminali derivanti da 20mila fibre muscolari prelevate da un bovino. In pratica, per ottenerla non è stato ucciso alcun animale, prerogativa sicuramente in grado di sollevare opinioni contrastanti; fra chi è convinto della necessità di salvaguardare il pianeta evitando di cibarsi di prodotti animali e chi, d'altra parte, trova del tutto ingiustificato commercializzare alimenti «hitech».

La prova è avvenuta ieri in una località segreta di Londra. Coinvolti anche gastronomici di grido, come Hanni Ruetzler (autrice di libri sul cibo e collaboratrice di importanti centri di ricerca), certa che nel nuovo prodotto olandese «ci sia qualcosa di veramente gustoso». È un traguardo storico soprattutto per la scienza, che promette presto di poter creare sempre più alimenti di questo tipo, in vista del fisiologico incremento della popolazione che, entro il 2050, ci porterà ad essere oltre nove miliardi di persone. Per arrivare a questo risultato sono stati stanziati 250mila euro, finiti nelle mani di Mark Post, dell'Università olandese di Maastricht. «È evidentemente un buon inizio», dice Post, «ed è la prova che si può proseguire su questa strada».

Sergey Brin, nientemeno che il cofondatore di Google, è il vero promotore dell'iniziativa. E le sue motivazioni sono fin troppo esplicite: trovare un modo definitivo per evitare altre sofferenze agli animali da allevamento. «Dovreste vedere come sono trattate le mucche, è un qualcosa che non riesco a mandare giù», rivela. Ma lo scopo è anche quello di poter rifornire il mondo, in modo praticamente illimitato, di carne, compresi i paesi dove è una rarità (anche se, per il momento, il prezzo di un hamburger artificiale sarebbe proibitivo per chiunque).

Secondo Post entro una decina d'anni si potrà regolarmente produrre carne artificiale. Ma sarà tutto così semplice? Non è detto. Ne sappiamo qualcosa anche in Italia, dove varie indagini statistiche condotte sul consumo di prodotti «modificati», come gli ogm, non abbiano trovato grande riscontro. Peraltro potrebbero insorgere i salutisti, da sempre convinti che qualunque prodotto di laboratorio non sia idoneo alla salute. Più studi, diffusi anche da riviste serissime come Nature, provano l'attendibilità di prodotti «ingegneristici», tuttavia permane grande scetticismo e il timore che a lungo andare tutto ciò che non è figlio della natura, possa in qualche modo arrecare danni all'uomo. Ma Post rincara la dose, spiegando che proprio grazie a iniziative di questo genere si può pensare di vivere al meglio il concetto di eco-sostenibilità, con ripercussioni positive proprio sulla nostra specie. Post entra nei dettagli spiegando che le mucche non sono efficienti perché richiedono circa cento grammi di proteine vegetali per produrre solo quindici grammi di proteine animali commestibili. E assicura che, avanti di questo passo, non ci saranno più risorse per soddisfare tutti. «Dobbiamo nutrire tantissimo una mucca per soddisfare le nostre esigenze alimentari», spiega Post, «non ha senso.

Con la carne artificiale abbiamo, invece, tutto sotto controllo, non dobbiamo uccidere animali e non ci sono i rischi di eccessive emissioni di metano». Ne beneficerebbe anche la Terra, che eviterebbe i rincari di gas serra derivanti dagli allevamenti, dai 100-500 litri di metano al giorno prodotti da una singola mucca.

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