È in carica da poco più di cinque mesi ma Francesco Rocca ha già impresso un deciso cambio di passo alla Regione Lazio. Grazie anche a un dialogo continuo col governo, ora alle prese con le contestazioni sulla terza rata del Pnrr.
Ombre scure sul Pnrr.
«Le contestazione sul Pnrr non le capisco. Il fatto che Fitto abbia voluto rimodulare gli impegni per evitare di restare bloccato su progetti a rischio entro il 2026 lo trovo un gesto di buon senso. Oltretutto, per quanto riguarda me, questa rimodulazione è stata preceduta da un confronto ampio».
Il governo viene accusato di non favorire la transizione energetica.
«Indipendenza energetica e transizione energetica sono due aspetti fondamentali. Fitto ci ha messo la faccia e il governo ha preso impegni precisi a livello internazionale. Non si tireranno indietro e su questo sono ottimista».
A proposito di ottimismo, un primo piccolo bilancio del suo mandato di governatore a cinque mesi dall`insediamento?
«Abbiamo ereditato un`esposizione debitoria di circa 23 miliardi di euro. Abbiamo poi subito dovuto tagliare in bilancio 218 milioni di euro per ripianare i debiti della sanità visto che la Corte dei Conti impone di non fare nuovo debito. La valutazione è comunque positiva nonostante i sacrifici imposti al bilancio».
A proposito di Sanità, ha voluto conservarne la delega. Un atto coraggioso vista la situazione.
«Ho alle spalle una lunga esperienza nel settore socio-sanitario. Non potevo non metterci la faccia. Comunque il primo obiettivo è la sovranità sanitaria della Regione».
Si parla di modello Rocca. Di che si tratta?
«Innanzitutto ripristinare il dialogo col territorio. È fondamentale capire le esigenze a livello locale. Si figuri che nella provincia di Latina (600mila abitanti) manca un reparto di cardio-chirurgia. Bisogna rimodulare i servizi in base alle esigenze».
E bisogna lavorare sulle liste di attesa.
«Quando si chiama il Recup per prenotare una visita sono a disposizione solo le strutture pubbliche. Soltanto il 7% dei servizi erogati è gestito dal Recup. Ma noi paghiamo ai privati milioni di prestazioni. Ecco perché ho intenzione di inserire anche questi servizi in convenzione all`interno della prenotazione delle visite. Così sarà possibile abbattere i tempi delle liste di attesa».
La qualità dei servizi sanitari è uno dei nodi principali nella discussione sull`autonomia differenziata. Lei è favorevole?
«Basta mettersi d`accordo sui lep (livelli essenziali delle prestazioni, ndr). Detto questo, l`autonomia differenziata non è un problema ma un`opportunità».
Tra le opportunità poi c`è il prossimo Giubileo.
«La Regione costituisce un attore importante. Soprattutto nel campo socio-sanitario, visto che arriveranno 30 milioni di pellegrini. Pure qui abbiamo trovato una quadratura nonostante i ritardi dell`amministrazione precedente che non aveva rappresentato al governo le necessità finanziarie. Noi lo abbiamo fatto e le risorse sono state trovate».
Sempre in tema di opportunità, è ottimista sull`assegnazione dell`Expo 2030?
«Ci lavoriamo alacremente. E ci crediamo. Sarà un volano incredibile non solo per l`economia di Roma ma dell`intera regione».
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