P er due anni, ruspe e operai hanno lavorato al più grande intervento di demolizione nel centro di Milano. A un chilometro dal Duomo, un intero isolato di fine Ottocento è stato raso al suolo. Su quell'area sorgeranno i nuovi padiglioni del Policlinico, il più antico ospedale della città. Una torta succulenta per la «cupola» degli appalti. Sul piatto ballano 200 milioni.
L'UOMO FORTE
Del Policlinico discutono l'ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio e il segretario dell'Udc di Genova Sergio Cattozzo. È il 5 marzo 2013. «Frigerio - annotano gli investigatori - afferma che sta organizzando un incontro per Cattozzo con il loro uomo forte all'interno del Policlinico di Milano. Simini, l'uomo Fininvest amico di Frigerio, che per 10 anni è stato assessore al Comune di Milano per i lavori pubblici, con le giunte Albertini e Moratti». Si tratta di Bruno Simini, ex assessore comunale ed ex membro del cda della Fondazione Irccs Ca' Granda Policlinico. La banda degli appalti, dunque, vuole sfruttare questo aggancio per infiltrarsi nelle commesse della ricostruzione dell'ospedale.
PIOVONO 200 MILIONI
Quanto vale l'affare Policlinico? Tanti, tantissimi soldi. Almeno, questo avrebbe spiegato lo stesso Simini a Frigerio. È il politico arrestato giovedì scorso a parlarne al telefono. «Simini - si legge nelle carte dell'inchiesta milanese - ha informato Frigerio che adesso hanno fatto un accordo con Cassa depositi e prestiti in quanto devono rifare il Policlinico nuovo, hanno già un progetto e hanno individuato gli immobili dalla Cassa deposili e prestiti, per 200 milioni per appaltare due blocchi da 8/10 piani del Policlinico». Ancora, «a questo riguardo Frigerio afferma che l'uomo forte è Simini e non Cesana (Giancarlo Cesana, presidente della Fondazione Policlinico, ndr)». Per non rischiare di perdere l'affare, infine, i due discutono dell'opportunità di un'«eventuale ipotetica copertura a sinistra».
UNA VITA LOW COST
Ma per muoversi nella palude degli affari illegali, c'è bisogno di esperienza e cautela. E Frigerio - uno che ha attraversato Mani Pulite uscendone con diverse condanne - dispensa consigli ai sodali. Il 4 marzo scorso, l'ex parlamentare Dc discute con Cattozzo di giustizia, politica e politici. Cattozzo gli racconta di aver «visto Mimmo Zambetti (l'ex assessore regionale lombardo finito in carcere con l'accusa di voto di scambio, e ora libero e a processo, ndr). Mimmo eravamo lì con Vito (l'europarlamentare Vito Bonsignore, citato anche in altri passaggi dell'ordinanza, ndr) per la campagna elettorale. Mimmo è tranquillo sta bene». E Frigerio, commentando l'accusa di associazione a delinquere contestata dai pm a Zambetti, osserva: «Speriamo bene. Li immobilizzano dieci anni con questa roba qui. Che è un po' il destino di Formigoni». Il problema, concordano i due, è che Formigoni ha fatto un po' troppo la bella vita. «Una vita da miliardario», dice Cattozzo. «Non sono le cose che facciamo noi - sottolinea allora Frigerio -, io quando vado all'estero prendo l'Easy Jet di volo. Trenta euro, sempre».
LA STANGATA ATOMICA
La banda degli appalti, però, ha un problema. Rischia di perdere il proprio «gancio» dentro Sogin, la società pubblica incaricata della dismissione e della bonifica degli impianti nucleari italiani. La figura di riferimento del gruppo - l'amministratore delegato Giuseppe Nucci - viene sostituito con Riccado Giuseppe, ritenuto cicino alla corrente lettiana del Pd. A intervenire, dunque, dev'essere Primo Greganti, l'uomo che si occupa di «coprire» il gruppo a sinistra. Ma «Primo - dice Cattozzo al telefono - non risece ad avere il contatto con Casale». Dunque, bisogna aggirare il problema. Ed entra in scena Fabio Callori, sindaco di Caorso, città che ospita uno dei siti da bonificare. A lui viene offerto l'incarico di coordinatore provinciale del Pdl, e in cambio gli viene chiesto di ostacolare Casale («Lui si fa negare, qualsiasi cosa che chiedono...»). Dopodiché il direttore amministrativo di Sogin Alberto Alatri («che è nostro», dice Frigerio) fingerà di intercedere con Callori riuscendo a sbloccare le pratiche, acquisendo così potere all'interno della scoetà, e aumentando la capacità della banda di pilotare gli appalti. «Il ragionamento è questo - riflette Cattozzo a proposito di Sogin -.
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