Federica Guidi proprio non ce la fa, e prima ancora di ricevere la prima domanda sbotta: "Il governo ha appena ottenuto la fiducia e contro di me sta arrivando la prima mozione di sfiducia individuale presentata dai Cinque Stelle." Intervistata da Roberto Mania per La Repubblica, il neo ministro per lo Sviluppo Economico si difende a testa bassa dagli attacchi che le sono piovuti addosso sin dalle ore del giuramento di sabato scorso.
Parla "di pancia", come lei stessa dichiara di voler fare: parla, ovviamente, delle accuse di conflitto di interessi legate alle commesse che l'azienda della sua famiglia, la Ducati Energie, ha con diverse aziende pubbliche. "Io non sono mai stata azionista e fino a sabato scorso ero un dirigente con uno stipendio di 4.300 euro al mese." Rassicura i sospettosi ricordando che Ducati Energia ha come clienti anche molti privati, e che comunque il mercato italiano rappresenta meno del 14% del fatturato totale di un'azienda che opera in tutto il mondo; "E poi" - prosegue il ministro - "Mi sono dimessa da tutti gli incarichi." Allo stesso modo smentisce le voci secondo cui il sottosegretario Delrio avrebbe annunciato di voler "vigilare" sulle decisioni in odore di conflitto di interessi, e assicura che Renzi si è limitato a dirle di lavorare e di stare tranquilla.
Altro punto delicato è quello della delocalizzazione: da più parti ci si è domandati come possa un ministro la cui azienda di famiglia ha "molto delocalizzato", nelle parole di Mania, chiedere agli imprenditori di continuare ad investire in Italia. La Guidi non perde il suo aplomb, e precisa che piuttosto che di delocalizzazione, preferisce parlare di "multilocalizzazione": "Ducati ha 800 dipendenti di cui 250 in Italia. Se non avessimo accettato la sfida della globalizzazione avremmo rischiato di morire."
Inevitabile il passaggio sui rumors che la vorrebbero vicina a Silvio Berlusconi, che la Guidi conferma di aver incontrato diverse volte quando era presidente dei Giovani di Confindustria, ma mai ad Arcore e sempre nel quadro della massima formalità ("Ci diamo del lei"). Al momento della nomina, aggiunge, il Cavaliere l'ha chiamata - "come tanti altri" - per farle gli auguri.
Si rifiuta di rivelare per chi ha votato alle ultime elezioni politiche, afferma di non aver partecipato alle primarie del Pd, ma aggiunge di aver ricevuto una proposta di candidatura, ovviamente
declinata, da parte di Angelino Alfano.Chiusura su Matteo Renzi, definito "un modello" per la capacità di semplificare, di sdrammatizzare: "Un politico diverso da quelli che ho incontrato sinora."
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