Giorgia Meloni ha portato con sé a Bali la figlia Ginevra. Per la piccola, il primo viaggio istituzionale con mamma. La notizia di per sé avrebbe dovuto suscitare un certo compiacimento: un premier che non rinuncia alla propria identità di donna e di madre è pur sempre una bella novità. Invece no. La circostanza si è tramutata in un invito a nozze per i detrattori della leader di Fratelli d'Italia, che hanno utilizzato la bambina di sei anni per imbastire l'ennesima polemica sul nulla.
"I figli delle operaie..."
Stavolta, però, all'abituale livore politico si è aggiunto pure un improbabile moralismo. Così i paladini dell'autodeterminazione e dell'emancipazione femminile si sono trasformati in giudici con il dito puntato su Giorgia Meloni. E pure su Ginevra. Ad aprire le danze era stato un articolo comparso ieri, 15 novembre, sulla pagine de La Stampa. "Le operaie non si portano i figli in fabbrica, chissà come mai. In Italia le donne che lavorano sono paradossalmente quelle che se lo possono permettere, o quelle che hanno i nonni disponibili: sarebbe ora che le cose cambiassero anche senza i figli che in ufficio si mettono a tritare documenti", si leggeva polemicamente nel pezzo, nel quale - tra il serio e il faceto - venivano immaginati i motivi per i quali il premier avrebbe portato con sé la bimba. "Che Ginevra abbia detto basta alle assenze di mamma e con un colpo di mano abbia preso in mano la situazione per imparare il mestiere?", scriveva l'autrice Assia Neumann Dayan.
L'attacco di Repubblica
E anche Repubblica aveva fatto la lezioncina al presidente del Consiglio, lanciandosi in un'interpretazione del suo gesto materno. "Perché quindi, in quei quasi quattro giorni che richiedono ogni energia mentale, fisica ed emotiva di un capo di Stato, Giorgia Meloni ha scelto di prendere su di sé il carico – gratificante, inevitabile, pesantissimo – di una figlia al seguito? Non per passare con lei del tempo di qualità che difficilmente è contemplato dal protocollo. Non per mancanza di alternative familiari o professionali deputate al temporaneo accudimento. E allora perché? Probabilmente lei, che ricordiamo 'donna, madre e cristiana', ritiene che la vicinanza alla figlia sia prioritaria, perché la presenza materna è un valore non negoziabile, anche quando lo Stato richiede alla propria leader 48 ore di coinvolgimento e attenzione assoluti", aveva scritto Claudia De Lillo.
Lo sproloquio di Furio Colombo
A oltrepassare i limiti della creanza ci ha però pensato Furio Colombo, che stamani su La7 l'ha sparata un po' grossa. Pur di attaccare Giorgia Meloni e le politiche migratorie del suo governo, il giornalista ha tirato in mezzo pure i bambini e ha accostato la figlia del premier ai suoi coeanei profughi, vittime dei trafficanti di uomini. "Viviamo in una Repubblica in cui a certi bambini spetta la top class per Bali e ad altri bambini spetta il fondo del mare, economy class", ha strillato l'ex parlamentare. Parole che hanno fatto sobbalzare dalla propria poltrona anche la conduttrice Myrta Merlino. "Onestamente non darei nessuna colpa né alla Meloni, né a sua figlia. Teniamo i piani separati. Tu pensi che la politica del governo sia orribile ed è legittimo (...) dopodiché non metterei dentro i bambini", ha osservato la giornalista, rivolgedosi direttamente al proprio ospite in collegmento. E lui: "Certamente non li metterei, ma neanche in mare!".
Meloni zittisce tutti
Di ritorno dal G20 è stato lo stesso premier a intervenire sul surreale dibattito, mettendo a tacere maestrini e detrattori. "Mentre torno a casa dalla due giorni di lavoro incessante per rappresentare al meglio l'Italia al G20 di Bali, mi imbatto in un incredibile dibattito sul fatto che sia stato giusto o meno portare mia figlia con me mentre andavo via per quattro giorni. La domanda che ho da fare agli animatori di questa appassionante discussione è: quindi ritenete che come debba crescere mia figlia sia materia che vi riguarda? Perché vi do una notizia: non lo è", ha scritto Giorgia Meloni in un post pubblicato su Facebook.
E ancora: "Ho il diritto di fare la madre come ritengo e ho diritto di fare tutto quello che posso per questa Nazione senza per questo privare Ginevra di una madre. Spero che questa risposta basti per farvi occupare di materie più rilevanti e vagamente di vostra competenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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