In fila per dire grazie al garage simbolo della Milano liberata

Sul ricorso legale di questo silos sotterraneo, a due passi dal Duomo, è nata la madre di tutte le battaglie per la riapertura alle auto dei centri storici

Nel centrissimo della Milano da bere c'è l'epicentro della Milano che fa sognare. Tra Duomo e San Babila, una piazzetta minuscola, largo Corsia dei Servi: sotto alle aiuole, il multipiano «Mediolanum Parking», 3 euro la prima ora, improvvisamente luogo di pellegrinaggio per le moltitudini graziate. Il periodo di prime ferie non aiuta ad accalcare folle di utenti in festa, caroselli clacson tuffi nelle fontane come ai gol di Balotelli, ma i clienti che imbucano l'auto non mancano di lanciare un devoto grazie al custode oltre la vetrata della cassa. Il signor Giuseppe è solo uno dei quattro dipendenti, ma ha orgoglio e soddisfazione da principale: «È una grande vittoria. Se il Consiglio di Stato ha ordinato di sospendere l'Ecopass, significa che la battaglia è giusta». Subito, però, i toni si smorzano: «Altro non posso dire: la titolare è fuori Milano per serissimi problemi familiari, non credo proprio che in queste ore abbia l'umore giusto per godersi la sentenza e parlarne con i giornalisti...».
Questo parcheggio sotterraneo, dove è nata la madre di tutte le battaglie, nasce nei primi anni Settanta. La signora Elisa Riva ne è proprietaria, una volta rimasta vedova dell'amato marito. Al tempo prima dell'Ecopass, i trecento posti venivano praticamente tutti occupati, ogni giorno, festivi compresi. La posizione è tremendamente centrale: ancora un passo e si parcheggia direttamente nella navata del Duomo. Ospiti degli alberghi vicini, uomini d'affari, signore dello shopping: lasciare l'auto al «Mediolanum» e ritrovarsi nel cuore della City, un attimo. Tanto strategico fino a pochi mesi fa, con l'arrivo del pedaggio si ritrova simbolo depresso della nuova era: come gli avessero tirato filo spinato tutto attorno, è rimasto intrappolato dentro la temuta «Area C» (Area Crudele), dove la sola idea di passaggio costa cinque euro. È la famosa tassa che sta dividendo Milano da mesi, chi la trova perfetto deterrente per sgorgare il centro da traffico caotico e inquinamento fetido, chi la trova odiosa predoneria che serve solo a rovinare gli imprenditori della Milano più vera. Dal suo punto di osservazione, il testimone Giuseppe, parcheggiatore «Mediolanum», così si esprime: «Non ci sono santi: dei trecento posti, in questo periodo ne riempiamo a fatica centosessanta, centosettanta. E come noi, tutti gli altri della famosa Area C. È una tragedia. Per noi significa lavoro. E con quali risultati, poi? Non mi pare che la nostra aria sia tanto migliore. Lo sappiamo tutti, ormai, che il vero inquinamento arriva dagli impianti di riscaldamento vecchi come Matusalemme...».
Evidentemente la questione milanese non può essere considerata - e velocemente liquidata - come tipica faccenda locale. Ancora una volta, Milano semplicemente affronta in modo pionieristico una piaga che tutte le città prima o poi saranno chiamate ad affrontare. Il problema è: può il ticket diventare soluzione? Soprattutto: oltre che efficace, è equa? La battaglia legale è nata in fondo da questa domanda. Secondo tanti esercenti del centro, la soluzione ticket non è per niente equa. In allegato, i disastrosi effetti sulle loro attività. All'inizio si sono mossi in tanti, ma strada facendo il «Mediolanum» si è ritrovato in trincea, solo contro il moloch dell'editto comunale e del suo apparato burocratico. Nessuno avrebbe mai pensato che un parcheggio sarebbe riuscito a smantellare il trionfo della giunta Pisapia, ancora meno in maggio, quando il Tar lombardo aveva bocciato il ricorso. Ma sfidando la logica, rifiutando la rassegnazione, la signora Elisa Riva ne ha fatto una questione di principio, arrivando fino alla fine, direttamente davanti al Consiglio di Stato.
Adesso sono tutti qui, troupe televisive e curiosi di città, a chiedersi come sia possibile che proprio da questo budello sotterraneo, negli scantinati del centro, la temeraria offensiva abbia raggiunto il bersaglio, scatenando un simile sconquasso. Per tanti milanesi, per tanti pendolari che arrivano da fuori per lavorare - anche questo va urlato: chissà perché, quando si parla di buttare fuori le auto dalle città, si pensa soltanto alle belle signore in giro per shopping sui Suv o agli sfaccendati che ciondolano da un locale all'altro sulle decapottabili -, per tanti milanesi e per tanti pendolari Milano è finalmente libera, neanche fossero passate altre Cinque giornate. Stavolta dalle barricate sono volate carte bollate. Ma almeno fino ad ottobre, quando il Consiglio di Stato rivedrà l'intera questione, la famigerata «Area C» non è più inviolabile («Area Conquistata»). Così, i clienti potranno parcheggiare di nuovo al «Mediolanum Parking», con un minimo di soggezione, per l'eroismo dimostrato nella gloriosa battaglia.

E prima o poi anche il parcheggiatore Giuseppe, o chi per lui, certamente si accorgerà dell'umorismo involontario ancora appeso con lo scotch sul vetro della cassa: «Qui in vendita i biglietti Ecopass per l'Area C».


di Cristiano Gatti

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