Generale Figliuolo, Missione nei Balcani occidentali per parlare di pace e cooperazione

Missione nei Balcani per il generale Figliuolo Comandante Operativo di Vertice Interforze, che a Belgrado e Sarajevo ha incontrato le autorità diplomatiche e religiose, vertici militari e il contingente italiano della missione europea “Althea”

Generale Figliuolo, Missione nei Balcani occidentali per parlare di pace e cooperazione
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Il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo ha portato avanti una breve missione nei Balcani occidentali, in Serbia e Bosnia Erzegovina, dove, prima a Belgrado, poi a Sarajevo, ha incontrato gli ambasciatori italiani Luca Gori e Marco Di Ruzza, i vertici militari dei due Paesi e, a Camp Butmir, ha salutato gli oltre 180 militari italiani del contingente schierato in Bosnia per la missione a guida Unione Europea Althea.

Le visite istituzionali

La prima parte dei numerosi incontri, è stata presso la sede della Nunziatura Apostolica, per un incontro con Monsignor Santo Gangemi, poi il trasferimento alla caserma Banjica-2, sede dello Stato Maggiore della Difesa serbo. Ricevuto con gli onori militari da un plotone in armi delle Forze Armate serbe, il Comandante del COVI è stato accolto dal Generale Milan Mojsilovic, Chief of Defense.

Insieme a lui ad accompagnarlo, una delegazione formata dal NATO Military Liaison Officer italiano, il Generale di Brigata Giampiero Romano e dall’Addetto militare per la Difesa, il Colonnello Stefano Girobono. Tra i temi di confronto, la situazione di sicurezza nella regione balcanica e nel resto del mondo, e vari aspetti della collaborazione bilaterale nel campo della difesa tra Italia e Serbia. Nel tardo pomeriggio il generale ha poi incontrato l’Ambasciatore italiano Luca Gori presso la residenza diplomatica.

L'incontro a Sarajevo

La delegazione si è poi spostata nella capitale bosniaca dove ad attenderli c'era l’Ambasciatore d’Italia a Sarajevo Marco Di Ruzza e il Vicecomandante di EUFOR Althea, Generale di Brigata Lorenzo Dal Maso i quali, insieme al Generale Figliuolo, sono stati accolti a Camp Butmir dal Comandante della missione europea, il Maggior Generale ungherese Làszlò Sticz.

Quest'ultimo ha aggiornato il generale sull’andamento della missione, elogiando in particolare la postura con la quale i soldati italiani assolvono al proprio mandato: “Oltre a essere bene equipaggiati e conoscitori delle procedure di impiego - ha detto il Generale Sticz - i militari italiani sono molto disciplinati”.

In serata il generale Figliuolo ha visitato i 180 militari italiani del contingente nazionale, a cui ha portato i saluti del Ministro della Difesa Guido Crosetto e del Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Cavo Dragone, in particolare alle due Task Unit italiane della Combined Task Force ISR (Intelligence Surveillance and Reconnaissance), unità italo-francese guidata dal Tenente Colonnello Salvatore Piazza; agli specialisti del Field Humint Team provenienti dal 13° Reggimento HUMINT dell’Esercito; ai Carabinieri dei Liaison Observation Team, del Liaison Coordination Centre, agli ufficiali di collegamento presso le Law Enforcement Agencies, ai militari dell’Arma inquadrati nella International Military Police.

All'incontro erano presenti anche 120 militari della Compagnia di manovra italiana. Composta prevalentemente da lagunari del Reggimento “Serenissima” dell’Esercito, con rinforzi del Reggimento logistico “Pozzuolo del Friuli” e del 3° Reggimento genio guastatori, questa unità giunta in Bosnia Erzegovina nel dicembre dell’anno scorso, ha incrementato le capacità operative del dispositivo.

Le sentite parole del generale Figliuolo

Ho piena fiducia in questo contingente che dispone di competenze di altissimo livello in quanto composto da personale motivato con giovani ben addestrati e veterani che ben conoscono l’area balcanica e che possono portare un valore aggiunto a questa missione", ha detto ai militari presenti il Comandante del COVI.

Aggiungendo poi: "Da italiano e da vostro Comandante sono estremamente soddisfatto di quello che state facendo e di come lo fate. Dalle parole che mi sono state riferite dal Comandante di EUFOR e dal nostro ambasciatore ho avuto l’ulteriore conferma che qui c’è tanta voglia di Italia e di italianità, perché sappiamo interpretare queste missioni con fermezza, correttezza ma anche con un grande tratto umano. Noi siamo ben consci di essere ospiti in questo Paese e come tali ci sappiamo comportare, pur essendo consapevoli di avere una missione da portare a termine".

La missione di salvataggio sul territorio

Il Comandante del COVI ha infine ricordato un episodio che ha visto coinvolta la compagnia di manovra italiana lo scorso aprile, quando, su richiesta del Ministero dell’Interno bosniaco, era stata attivata per la ricerca e il soccorso di due turisti tedeschi dispersi in un’area montana al confine con il Montenegro.

Intervenuti a bordo di elicotteri ungheresi, i lagunari italiani avevano individuato e tratto in salvo i due malcapitati. Un’operazione perfettamente riuscita che ha evidenziato la fiducia delle Istituzioni bosniache verso EUFOR e una concreta sinergia tra i diversi assetti multinazionali della missione.

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