"Avevamo una relazione, ma non sono ricattabile". La versione di Sangiuliano sul caso Boccia

Il ministro della Cultura sul caso sulla consigliera del Mibact: "Ho avuto un rapporto personale e affettivo con Maria Rosaria Boccia". Rivela anche di avere presentato le dimissioni al premier Giorgia Meloni, che le ha respinte

"Avevamo una relazione, ma non sono ricattabile". La versione di Sangiuliano sul caso Boccia
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Nessun reato compiuto personalmente e nessun centesimo speso dal ministero per lei nei suoi viaggi e soggiorni. Gennaro Sangiuliano fornisce la propria versione dei fatti per la prima volta, in un'intervista televisiva, da quando è esploso il caso politico della nomina a consigliera del dicastero dei Beni e delle Attività culturali per i grandi eventi dell'imprenditrice campana Maria Rosaria Boccia. Lo ha fatto nell'edizione delle ore 20 del Tg1 di questa sera, dove ha ribadito tutta la sua buonafede sull'intera polemica politica-istituzionale e mediatica montata negli ultimi dieci giorni. Il ministro conferma pubblicamente al direttore del telegiornale, Giammarco Chiocci, quanto già detto alla premier Giorgia Meloni ieri pomeriggio in un confronto riservato a Palazzo Chigi: il Mibact non ha pagato alcunché alla donna e che questa non è mai entrata in possesso di alcun documento "né classificato né riservato" sulla sicurezza del prossimo G7 della Cultura a Pompei.

"Io riaffermo categoricamente che mai un euro del ministero è stato speso per la dottoressa Boccia. Ho pagato tutto io con la mia carta di credito personale che fa riferimento al mio conto corrente personale", sostiene Sangiuliano mentre mostra allo stesso Chiocci e a tutti i telespettatori gli estratti conto dei pagamenti dei biglietti dei treni e degli aerei per le varie trasferte della Boccia: "È tutto tracciatissimo". Non solo, ma il ministro della Cultura aggiunge almeno altre due importanti rivelazioni: "Con lei ho avuto un rapporto di tipo personale e affettivo", dice con un tono di voce particolarmente rotto dall'emozione. "Questo mi pesa doverlo raccontare perché attiene alla mia sfera privata", sottolinea. Ed è anche per questo motivo che "ho revocato l'incarico". Tuttavia aggiunge in maniera ferma: "Non sono ricattabile, perché in una funzione pubblica si è ricattabile se si è usato impropriamente il denaro pubblico e io ho dimostrato di non averlo fatto. Io su questo terreno non sono ricattabile". Poi, un'altra importante notizia: "Ho presentato le mie dimissioni alla premier, Giorgia Meloni, che le ha respinte".

Nell'intervista esclusiva integrale andata in onda al Tg1, durata venti minuti, Sangiuliano scende nei dettagli nel rapporto con Maria Rosaria Boccia. "L'ho conosciuta per la prima volta a inizio maggio durante la campagna elettorale per le Europee in un'occasione di una manifestazione di Fratelli d'Italia a Napoli, presentata da amici comuni". Dopo di che è nata un'amicizia personale e lui ha riscontrato alcune "capacità organizzative" per le quali aveva in mente di "nominarla consigliere per le organizzazioni dei grandi eventi a titolo gratuito". Dopo di che il rapporto si è trasformato in una relazione sentimentale e, "consigliato da alcuni amici legali con il mio capo di gabinetto, tutto ciò poteva configurare un potenziale conflitto di interessi", quindi poi non se n'è fatto più niente. Infatti lui dichiara: "La nomina di Boccia non è mai stata inviata all'ufficio centrale di bilancio". Il rapporto si è infine esaurito tra fine luglio e inizio agosto

Il ministro non teme profili giuridici su questa intera vicenda e motiva lo stillicidio di rivelazioni pubblicate sui social dalla Boccia con "la delusione sentimentale della persona" - alla quale aveva comunque affermato che mai avrebbe lasciato la moglie - e di averla chiamata ieri sera per chiederle "di essere corretta e precisa nelle affermazioni" che sta facendo. Nella conclusione della conversazione l'esponente di governo si commuove e desidera rivolgersi pubblicamente a diverse persone: "La prima persona a cui devo chiedere scusa è mia moglie, che è una persona eccezionale e la più importante della mia vita. Poi chiedo scusa a Giorgia Meloni, per l'imbarazzo che ho creato a lei e al governo.

Chiedo scusa anche ai miei collaboratori, che impropriamente si trovano investiti da questa vicenda pur non avendo fatto niente". Infine, la risposta alla domanda se stia ancora pensando alle dimissioni: "Al momento la premier mi ha detto di andare avanti e di chiarire tutto bene in punto di verità".

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