La vicenda è imbarazzante, per il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Soprattutto perché, dopo giorni di polemiche sul ruolo della bionda Maria Rosaria Boccia accanto a lui, ora Dagospia tira fuori quella che chiama la «pistola fumante», cioè la prova che la non ben precisata «professoressa» sua consulente ha avuto accesso ad atti sensibili per la sicurezza dello Stato, pur non avendo un ruolo nell'amministrazione.
In sostanza, la signora risulterebbe messa in copia in tutte le mail scambiate tra dirigenti del ministero e dirigenti del parco archeologico di Pompei (la sua città, per inciso) per quanto riguarda gli spostamenti dei ministri della cultura del G7 che si terrà appunto nel sito dal 19 al 21 settembre. Prima doveva svolgersi a Positano ma il ministro ha preferito spostarlo a Pompei, dove la Boccia l'ha più volte accompagnato per preparare l'evento. Secondo Il Foglio le sarebbe stato promesso di curare appunto l'organizzazione del G7 culturale. Figurava comunque tra i «membri dello staff» e come tale anche nelle chat di lavoro, anche se Sangiuliano, venuta fuori la notizia due giorni fa, ha fatto sapere che era stata «rimossa».
Ora, il documento «super riservato» come lo definisce Dagospia, sembra confermare che la Boccia era un po' troppo addentro a fatti del ministero, senza averne titolo. Il sito di D'Agostino punta il dito accusatorio e sostiene che la sua rivelazione impone di verificare se sono state divulgate «incautamente» informazioni riservate.
E scaglia la condanna anticipata: «Vien da chiedersi se non sia scoccata l'ora che 'o ministro nn ammurato se ne torni definitivamente a Napoli.
Fin qui il tono satirico del sito, ma ne usa uno più paludato per dire le stesse cose il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto, che chiede le dimissioni se il ministro non saprà spiegare come mai la mail interna al ministero su atti riservati sia arrivata anche a quella che già i giornali hanno definito «la consulente fantasma». Scalfarotto ci va giù pesante. «Meloni non può accettare una simile situazione. Se necessario siamo pronti alla mozione di sfiducia».
La vicenda monta da giorni e l'opposizione la cavalca alla grande, il caso Boccia è diventato il giallo estivo tra i Palazzi del potere. La 41enne campana si sarebbe definita sui social consigliera ai grandi eventi di Sangiuliano, ma la nomina al ministero la smentiscono, come «notizia falsa».
Quasi negano di conoscerla, anche se le foto di lei col ministro ci
sono. Di qui il giallo. Il profilo della signora spazia da manifestazioni di moda a quelle di medicina estetica, non proprio un curriculum adatto al G7, ma ora l'ultima parola, si spera chiarificatrice, spetta al ministro.
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