Giustizia, gli avvocati civilisti bocciano il piano del governo

I danni della malagiustizia si pagano sulla pelle di centinaia di migliaia di cittadini. Da quindici giorni stiamo raccogliendo le vostre mail di denuncia: alla fine di questa inchiesta verranno tutte consegnate al ministro Cancellieri. Scriveteci a malagiustizia@ilgiornale-web.it

Giustizia, gli avvocati civilisti bocciano il piano del governo

E adesso partono all'attacco anche gli avvocati civilisti, decisi a aprire con il governo il fronte della riforma di un sistema che «funziona con tempi assolutamente inaccettabili e con sempre più insoddisfacente qualità delle decisioni». È il tema della malagiustizia, quella che consuma i suoi danni sulla pelle di centinaia di migliaia di cittadini, come raccontano bene le mail che da quindici giorni stanno piovendo sulla casella di posta elettronica del Giornale, e che alla fine di questa inchiesta verranno tutte consegnate al ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri.

Del degrado del sistema giudiziario gli avvocati civilisti sono da sempre testimoni, e più volte hanno richiesto interventi a rimedio delle pecche più vistose del quadro nomativo e delle prassi in atto nei tribunali italiani. Ma ora se la prendono direttamente con il governo, che invece di attaccare strutturalmente le cause del disastro starebbe tentanto di annacquare le difficoltà nel modo peggiore, cioè comprimendo i diritti di difesa dei cittadini.

"Tutti i provvedimenti assunti in questi ultimi anni, pur spesso pomposamente definiti epocali, hanno solo contribuito ad aggravare ulteriormente il funzionamento della giustizia civile", afferma l'Unione delle camere civili, che raggruppa le associazioni di tutta Italia degli avvocati civilisti. Dice il presidente dell'Unione, Renzo Menoni: "Anziché far meglio funzionare la giustizia, si tenta di impedirne o quantomeno renderne più difficile l’accesso e, quindi, non permettere al cittadino la tutela dei suoi diritti. E la più ripetuta scusante addotta per giustificare tale comportamento è quella della carenza di risorse economiche e quindi la necessità di ridurre i costi". Da misure banali come il rincaro delle tasse di registro, a provvedimenti surreali come quello sulla "motivazione a pagamento" delle sentenze di primo grado, tutti i provvedimenti tamponi adottati finora "si inseriscono a pieno titolo nell’ormai scoperto disegno di impedire ai cittadini l’accesso alla giustizia e la tutela dei loro diritti".

Sugli avvocati civilisti pesa da tempo l'accusa di essere in parte corresponsabili dell'aumento esponenziale delle cause: ma è una accusa che i legali respingono con sdegno, indicando nella vetustà antidiluviana del sistema-giustizia il vero responsabile dell'intasamento delle aule.

Proprio di giustizia civile, d'altronde, parla la quasi totalità delle centinaia di mail che stanno arrivando all'indirizzo malagiustizia@ilgiornale-web.it: mentre i tempi della giustizia penale sono in qualche modo forzati dai tempi stretti della prescrizione, quelli della giustizia civile - dai fallimenti alle cause di risarcimento - viaggiano praticamente all'infinito, scavallando i decenni e arrivano a conclusione quando i protagonisti sono invecchiati o addrittura morti, e quando ridare i diritti violati è ormai impossibile. È un quadro desolante e senza colore ideologico, quello che emerge dalla montagna delle mail: storie che raccontano un paese senza giustizia.

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