Gli italiani hanno una posizione nettissima: la carne sintetica non rappresenta un'opportunità e va rispedita al mittente. Non a caso, stando a quanto emerso dall'ultimo sondaggio di Termometro Politico, la stragrande maggioranza degli elettori si è schierata dalla parte del governo di centrodestra che proprio pochi giorni fa ha vietato la produzione e la commercializzazione di cibi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati.
Gli italiani bocciano la carne sintetica
La rilevazione parla in maniera chiarissima e non lascia spazio a libere interpretazioni: il 67,1% è d'accordo con la linea del governo contro la carne sintetica. Nello specifico il 48,5% lo reputa un prodotto in grado di danneggiare la salute e l'industria agro-alimentare del nostro Paese; per il 18,6% è stato giusto arrivare al prudente compromesso usando il principio di precauzione in quanto non vi sono ancora certezze sul fatto che non faccia male.
Il 18,9% ritiene invece che la decisione non abbia senso: la reputa una vera e propria violazione della libertà d'impresa e dei consumatori che ci impedirà di entrare in un'industria emergente molto promettente. Per il 6,9% non è pericolosa: dovrebbe essere permesso perlomeno produrla e controllarla, anche senza venderla. Il restante 7,1% non sa o non intende rispondere al quesito.
Alla faccia dell'armata Grillo&Co
Dagli italiani arriva così un sonoro "vaffa" all'armata di coloro che hanno preso le parti della carne sintetica, vista come un'opportunità grazie al progresso scientifico. Ad esempio Beppe Grillo ha definito la carne coltivata in laboratorio "il futuro, per la salvaguardia degli animali e del nostro pianeta". Oggi Danilo Toninelli, ex parlamentare del Movimento 5 Stelle, l'ha reputata addirittura "migliore della carne normale da allevamento".
Nei giorni scorsi Orazio Schillaci, ministro della Salute, ha spiegato che a oggi "non ci sono evidenze scientifiche sui possibili effetti dannosi dovuto dal consumo dei cibi sintetici". In sostanza il divieto si basa sul principio di precauzione e di massimo livello di tutela della salute dei cittadini. In tal modo il governo guidato da Giorgia Meloni ha scelto di tutelare la nostra cultura e la nostra tradizione.
Una scelta presa in via precauzionale a livello nazionale che, tra le altre cose, ha come obiettivo quello di mettere al riparo gli interessi che sono legati alla salute e al patrimonio culturale.Nota del sondaggio:
Sondaggio realizzato con metodo CAWI, 4.200 interviste raccolte tra il 28 e il 30 marzo 2023. Il sondaggio è disponibile qui.
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