Il grave errore degli amici di Ramy, Corvetto c’è e Bove: quindi, oggi…

Quindi, oggi...: l'annuncio di Beppe Grillo, i numeri imbarazzanti di Tavares e gli affitti brevi

Immagine da TikTok
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- Beppe Grillo domani farà un annuncio importante. Non stiamo nella pelle, proprio. Speriamo solo non pensi di tornare in politica.

- In Guinea gli scontri durante una partita di calcio hanno portato a 50 morti. E noi ci lamentiamo dei nostri ultras.

- Tommaso Foti sarà ministro al posto di Raffaele Fitto. Nessun rimpasto, nessuno scossone: un cambio per un cambio. In altri tempi il cambio di un titolare di un dicastero avrebbe prodotto una slavina di cambi di poltrone, seggiole e sgabelli. Invece tutto sommato il passaggio sarà indolore. Meglio così.

- È stupenda la scioltezza con cui i quotidiani online italiani hanno sorvolato sulla clamorosa notizia di Joe Biden di concedere la grazia a suo figlio Hunter. Notizia data, certo. Commenti scandalizzati pochi. L’avesse fatto Trump lo avrebbero impiccato sulla pubblica piazza. Invece Joe, dopo aver promesso che non sarebbe intervenuto per nulla al mondo, a due mesi dall’addio alla Casa Bianca mette a posto il pargolo. Tiene famiglia pure lui. Amichettismo di sinistra. Favoritismi. Addirittura per giustificare il tutto ha tirato fuori la persecuzione giudiziaria-politica, come un The Donald qualsiasi. Adesso come minimo Trump potrà concederla a se stesso.

- L’unica cosa che invidio a Carlos Tavares è la liquidazione.

- Di Tavares cosa ricorderemo? Due o tre cosette, a parte di disprezzo totale per il Parlamento italiano che l’ha invitato a parlare in Commissione e lui s’è limitato a raccontare la storiella del mercato dell’automotive. Primo: ricorderemo che è stato tra i più strenui difensori della transizione verso l’elettrico, per motivi ideologici, dice per il futuro delle figlie, convinto che Stellantis sarebbe riuscita a battere i cinesi su questo campo salvo poi fare un bagno clamoroso di realtà. Secondo: i numeri, anche quelli di novembre, ci dicono che non è riuscito a fare bene il suo mestiere, essendo gli ordinativi crollati (30.817 auto, il 24,6% in meno dello stesso mese del 2023 con la quota di mercato in calo dal 29,3% al 24,7%). Terzo: Tavares è colui il quale ha avviato la totale delocalizzazione delle fabbriche dell’ex Fiat, e non solo assemblando all’estero auto che poi voleva vendere col nome o con la bandiera italiana, ma anche “costringendo” i fornitori a spostare la produzione in Marocco per risparmiare sui costi. Come dice, giustamente, Sbarra della Cisl: non ci mancherà.

- “Un ragazzo italiano di 16 anni, su ordine del gip del Tribunale dei minorenni di Brescia, è stato arrestato dai carabinieri di Mantova per aver sparato lo scorso 22 novembre ad Asola contro un autobus di linea e aver ferito un coetaneo alla bocca e alla mandibola”. L’educazione in Italia funziona bene.

- A Caivano le case che sono state sgomberate erano piene di arredi non esattamente da poveracci, ma ricchi e ben curati. Non esattamente quello che si immagina da persone incapaci di pagare un affitto.
Dedichiamo quelle fotografie a chi dice, vedi Ilaria Salis, che le case non vadano sgomberate.

- Siamo tutti ben contenti che Edoardo Bove stia meglio, sia vigile e in via di guarigione. Lo spavento è stato enorme. Però non si capisce bene per quale motivo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, debba andare in ospedale a parlare con lui e poi riferire le sue condizioni mediche. Cioè, ve bene: capisco l’impatto mediatico, l’importanza per la città e tutto il resto. Però insomma, non è un po’ troppo?

- Speravo che senza Amadeus sarebbe morto anche il Fantasanremo. Invece dovremo sorbirci ancora artisti che fanno cose inutili sul palco e che, a lungo andare, non divertono nessuno.

- Ne abbiamo viste di ogni, ma il Calendario dell’Avvento di Repubblica con un contenuto esclusivo ogni giorno supera ogni immaginazione.

- La tragedia del Natisone è tremenda. Ma andateci piano a buttare la croce addosso agli operatori sanitari e ai vigili del fuoco che quel giorno non sono riusciti a salvare i tre ragazzi trascinati via dalla corrente del fiume. L’operatore che al telefono ha raccolto il grido disperato era seduto ad una scrivania e difficilmente poteva capire da remoto le reali conduzioni dell’emergenza. Lasciamo che i magistrati facciano chiarezza, senza puntare il dito. E ricordiamo che quei ragazzi sarebbero ancora vivi non solo se i soccorsi fossero arrivati prima, ma -soprattutto- se avessero evitato di spingersi lì dove era vietato dal divieto di balneazione.

- Gli amici di Ramy, intervistati dalle Iene, sostengono di aver parlato con uno dei carabinieri che quella sera ha inseguito lo scooter prima dell’incidente. Dicono: “Abbiamo avuto un dibattito con i militari e uno ci ha detto che quando ha visto il ragazzo dietro (Ramy, ndr) perdere il casco lui già sapeva che andava a finire male”. E quindi si chiedono: “Perché non ti fermi? Cioè tu sapevi che sarebbe andata a finire male e non ti fermi?”. Il dolore per la morte di un amico è comprensibile, e può anche darsi che il contatto tra la volante e lo scooter ci sia stato, nulla si può escludere, ma non si può accusare l’Arma per aver rincorso i fuggitivi o di non averli lasciati andare. Perché? Quando una volante impone un posto di blocco ad uno scooter in una normale serata milanese e questo non si ferma, i militari non sanno chi ci sia sopra. Non hanno idea si tratti di due “bravi ragazzi”, che non avrebbero motivo per non fermarsi. In sella potrebbe essere un malvivente, un terrorista, un ladro, un latitante, un ricercato molto pericoloso. Potrebbe essere chiunque. Ecco perché inseguono la moto anche se “avevano capito che sarebbe finita male”.

- Cercare la verità è legittimo, ma non si può rovesciare la realtà. Al momento che il militare abbia commesso un errore o un reato è un’ipotesi, tutta da dimostrare, benché due testimoni assicurino di aver visto l’impatto tra volante e scooter. Di sicuro, però, c’è che i due ragazzi di Corvetto hanno commesso una sfilza di errori che li ha portati al disastro: uno si è messo alla guida senza patente; entrambi non si sono fermati al posto di blocco; inseguiti dalle sirene, hanno proseguito la loro corsa; quando Ramy ha perso il casco, il primo a dover frenare la corsa doveva essere il giovane alla guida ma non l’ha fatto; inoltre non si sfreccia in quel modo per Milano (se avessero investito una mamma con un passeggino?); e non si imboccano strade contromano. Inoltre, se non lo avesse inseguito, il militare sarebbe incorso in omissione di atto d’ufficio. E questa non è “una narrazione vergognosa”, come dice Ilaria Salis. Ma un dato di realtà.

- Dopo tante critiche e tentativi per bloccare gli affitti brevi, tra sindaci sulle barricate e dichiarazioni contro la libera impresa, non potendo forse fare un decreto ad hoc, a mettere il bastone tra le ruote a chi cede appartamenti per periodi limitati ci pensa il capo della polizia. La scusa è la sicurezza: a quelli che affittavano case tramite “l’identificazione da remoto” e lasciando le chiavi nei “keybox”, arriva una randellata in testa: non si potrà più fare. Il motivo? Tra Giubileo e allarmi terrorismo, la Questura vuole essere sicura che ci sia una corrispondenza tra la carte d’identità e la persona che realmente arriva in casa. Servirà? No. Perché il locatario non è James Bond e di sicuro non si accorgerebbe di un eventuale documento falso, il minimo di cui possa dotarsi un malintenzionato.

La circolare appare solo un modo per incasinare burocraticamente il fenomeno degli affitti brevi così da scoraggiarli. In barba alla libertà di disporre come meglio si crede dei propri alloggi.

- Ps: se l’obiettivo è quello di favorire gli affitti a lungo termine e non quelli a breve, la cosa migliore è abbassare le tasse sui primi.

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