Grillo oscurantista spegne per sempre il super inceneritore

Grazie ai proclami del comico il referendum sull'impianto passa nonostante l'ok della Regione. Così addio modernità

Grillo oscurantista spegne per sempre il super inceneritore

In Val d'Aosta hanno bocciato con un referendum un impianto di incenerimento dei rifiuti, ma evitiamoci il solito pur doveroso pistolotto sul fatto che l'incenerimento è il modo più sicuro per la salute e più rispettoso per l'ambiente di trattare i rifiuti che, piaccia o no, produciamo e di cui avremmo il dovere di occuparci. Incenerirli si fa ovunque nel mondo. A Vienna, l'inceneritore svetta, variopinto, in mezzo alla città, ed è luogo di visita per i turisti curiosi. Lo stesso in tutti gli altri Paesi dell'Ue (e mi fermo qua, visto che siamo tutti pazzi per l'Europa): sono di salute cagionevole gli altri che hanno gli inceneritori, coi quali trattano l'80% dei loro rifiuti solidi urbani?

Ma non saprei a cosa servirebbe un pistolotto simile: anche il nucleare, la prima fonte d'energia elettrica in Europa, in Italia è andato a ramengo. Anzi, importiamo energia elettronucleare senza che nessuno si scomponga. Per contro, esportiamo rifiuti, vuoi in Germania, vuoi in Olanda, per bruciarli lì, perché noi non sappiamo dove bruciarli. Ma ci pensate? La monnezza è nell'elenco dei nostri prodotti tipici nazionali: dovremmo chiedere il marchio Dop.
Allora, visto che i pistolotti non hanno alcun effetto, ascoltiamo il signor Grillo, l'astro nascente della politica italiana. Mi chiedo com'è che Napolitano non abbia nominato lui anziché Monti: alla prova dei fatti Grillo, come chiunque a caso, di economia ci capisce più di Monti; e quanto a popolarità, diciamo la verità, Monti è odioso, Grillo ispira simpatia o, comunque, sa intrattenerci. Sentite qua come ha esortato i valdostani sul tema in parola: «Siete 120mila persone, fate una differenziata a rifiuti zero e si possono fare cose meravigliose, come venderli». Fossi io il presidente della Regione, mi metterei in affari con Grillo: mi dica a quanto si vende la monnezza, faccia lui la cifra, qualunque cifra, che gliela vendo a metà prezzo. Se accetta, allora ha ragione lui e torto io a ritenerlo oscurantista e medievale e non l'uomo nuovo della politica.

Poi ci sono quelli che non vogliono l'impianto perché, dicono, bisogna perseguire l'obiettivo dei rifiuti-zero. Che è un po' come chiudere gli ospedali perché bisogna raggiungere l'obiettivo zero-malattie. E ci sono i falegnami della associazione Valle Virtuosa che non vogliono l'inceneritore perché, dicono, «bisogna invece fare un tavolo per capire come risolvere i problema dei rifiuti». Dunque, non sanno come fare, però dicono di no a chi propone di fare come fa tutto il mondo.

In tutto ciò, l'impressione è che in questo Paese è la democrazia che se ne va a ramengo. In Val D'Aosta c'è un consiglio regionale che ha approvato una cosa, quasi all'unanimità, e c'è un referendum che è stato reso valido perché ha superato un quorum posto al 45% e che intende sconfessare, con una palese minoranza, la quasi unanime scelta dell'organo di governo.

Uno disse che la democrazia, nata come l'arte di non fare immischiare la gente nelle cose che la riguardano, è diventata l'arte di obbligarla a decidere su cose che non capisce. Ma questa non è neanche quella democrazia, questa è prepotenza che concedono solo governi deboli. E il nostro è debolissimo.

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