Guerriglia a Roma, tre anni a "Er Pelliccia"

Grazie alle segnalazioni dei lettori, ilGiornale.it aveva smascherato e dato un nome a "Er Pelliccia": ora andrà in carcere

Guerriglia a Roma, tre anni a "Er Pelliccia"

Grazie alle segnalazioni dei lettori, la redazione del Giornale.it era riuscita a dare un nome al ragazzo biondo dal volto coperto che accanto a un'auto in fiamme scaglia in aria un estintore. Adesso Fabrizio Filippi, l'indignato no global passato alle cronache col soprannome di "Er Pelliccia", dovrà scontare tre anni di reclusione per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il giovane antagonista era stato arrestato durante gli incidenti del 15 ottobre del 2011 alla manifestazione degli indignati in piazza San Giovanni che si era poi trasformata in guerriglia urbana.

La sentenza è stata pronunciata dal gup di Roma Tiziana Coccoluto a conclusione di un giudizio con rito abbreviato. Contro Filippi si erano costituiti parte civile anche il Comune di Roma e l’Atac. Il pm Francesco Minisci aveva chiesto la condanna di "Er Pelliccia" a otto anni di reclusione "per resistenza aggravata e violenza a pubblico ufficiale e per devastazione". Il gup ha, tuttavia, attribuito all’imputato soltanto il primo reato, stabilendo un risarcimento di 10mila euro ciascuno per le parti civili Roma Capitale e Atac. Secondo l’accusa Filippi nel corso della manifestazione lanciò un estintore contro agenti delle forze dell’ordine tra cui il vicequestore aggiunto Claudio Cacace.

Originario di Bassano Romano (in provincia di Viterbo), Fabrizio "Er Pelliccia" Filippi è uno studente 24enne di psicologia. Era stato fermato pochi giorni dopo i violenti scontri in piazza San Giovanni a Roma: i carabinieri del Ros lo avevano identificato grazie alla foto che era stata pubblicata dal Giornale.it. Nello scatto era, infatti, visibile un tatuaggio sul fianco sinistro con la frase di una canzone inglese ("Nonostante tutto l’odio con cui il vostro mondo è stato plasmato, il mio amore continuerà a vivere"). Filippi, rimasto in carcere per 23 giorni, non ha negato di aver preso l’estintore e di averlo lanciato contro le forze dell'ordine. "Ma io non volevo colpire nessuno...", ha provato a difendersi.

Secondo la procura, invece, l’obiettivo del lancio era proprio quello di colpire il vicequestore aggiunto della polizia di Stato Claudio Cacace che era intervenuto in piazza San Giovanni per evitare che i disordini degenerassero.

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