"Hanno distrutto tutto, non faccio più nulla per loro". Lo sfogo del sindaco di Trieste sui migranti

Lavandini sradicati, sporcizia ovunque arredi distrutti: così i migranti hanno devastato il luogo in cui sono stati accolti alle porte di Trieste

"Hanno distrutto tutto, non faccio più nulla per loro". Lo sfogo del sindaco di Trieste sui migranti

La misura è colma a Trieste, città di frontiera presa d'assalto dai migranti della rotta balcanica. Sono migliaia le persone che sono arrivate qui illegalmente e che ora bivaccano nei pressi della stazione e in tutto il centro della città. Trieste non può continuare ad accogliere stranieri senza fissa dimora, la sua capacità è allo stremo e anche il sindaco, al termine di un'altra giornata di arrivi e di degrado nelle sua città, ha deciso di sfogarsi sui social.

Il sindaco di Trieste dice basta

Roberto Dipiazza ha deciso di denunciare pubblicamente l'ennesimo sfregio alla sua città da parte dei migranti, che non sembrano riconoscere e apprezzare l'impegno delle amministrazioni per garantire loro l'accoglienza. Il sindaco, in un videomessaggio su Facebook ha mostrato i danni causati dai migranti ospiti al campo scout di Prosecco, sul Carso di Trieste dove, come fa vedere lo stesso sindaco nel video, sono stati distrutti alcuni servizi igienici e altri arredi e si vedono dovunque cumuli di immondizia e sporcizia. "Cari concittadini, tutti mi chiedono di fare qualcosa per questi extracomunitari che abbiamo in città: 'Mettiamoli di qua, mettiamoli di là. Ma dove li abbiamo messi, come potete vedere dalle immagini, hanno distrutto tutto", dice il sindaco.

Sono parole piene di amarezza quelle di Dipiazza, che davanti alla maleducazione e al disprezzo dei migranti ha deciso di fare un passo indietro: "Io mi chiedo: 'Perché dobbiamo spendere i soldi dei cittadini italiani? Perché dobbiamo dare assistenza a questi che si comportano in questa maniera? Perché dobbiamo andare a cercare altri posti per sistemarli se poi distruggono tutto?'. Hanno distrutto tutto e a questo punto io non faccio nulla per loro".

La denuncia del Siulp

Ma i migranti continuano ad arrivare in città, come denuncia anche il segretario regionale del sindacato di polizia Siulp del Friuli Venezia Giulia, Fabrizio Maniago: "Anche in questi due giorni in cui la bora ci ricorda che è finita l’estate, sia la frontiera di Fernetti che la questura hanno preso in carico gli ultimi degli ultimi, che continuano a passare attraverso il confine orientale del nord est in barba alle leggi, al freddo, ai muri d’odio, alle barriere virtuali e non, alle pattuglie miste, ai droni, alle telecamere ed alle riammissioni virtuali".

Un lavoro che grava solo sulle spalle degli operatori di polizia nell'indifferenza internazionale: "Tutti

gli attori internazionali pronti a puntare il dito sull’Italia la quale, da sola deve farsi carico dell’universo mondo, di converso non aprono i loro cancelli ed i loro cuori divenuti aridi come le pietre del carso".

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