La domanda è lecita: cosa ha fatto in questi mesi il ministro ai Rapporti con il parlamento Piero Giarda? Incaricato di impugnare la scure, Giarda si è infatti limitato a buttare giù un rapporto sugli "Elementi per la revisione della spesa pubblica", una sorta di analisi sulle uscite della pubblica amministrazione che non offre nemmeno una propsettiva concreta su dove andare a tagliare e come fare ad abbassare l'esborso pubblico che ha toccato "livelli senza precedenti nella storia della repubblica": 727 miliardi di euro. In tre mesi Giarda non ha fatto altro che proporre al premier Mario Monti di imbarcare - tecnico tra i tecnici - anche il super commissario Enrico Bondi.
Il compitino di Giarda si riassume in un numero: 4,2 miliardi di euro. Niente più. Tutto qui. Tradotto per i profani: il taglio della spesa sarà di 4,2 miliardi nel 2012. Non si sa né come né dove. A ciascun ministro toccherà far sapere al presidente del Consiglio dove sforbiciare. C'è tempo fino a fine maggio. Poi si deciderà. E, nel frattempo, i tempi si allungano. "È umano pensare che il taglio sia esiguo perché ciascuno sente di più i propri sacrifici", ha detto Monti lunedì sera durante la conferenza sulla spending review. "Senza la guida del ministro Giarda sulla spending review avremmo fatto come il quadro di Bruegel - ha spiegato il premier - saremmo stati dei ciechi che camminano con i ciechi".
Il super commissario Bondi è già al lavoro. Questa mattina ha tenuto le prime riunioni sulla questione della revisione della spesa pubblica. Tra i primi incontri c'è stato anche un appuntamento con Giarda. "La rivisitazione della spesa pubblica - ha spiegato il ministro ai Rapporti col parlamento - deve passare attraverso una prima fase di ricerca delle inefficienze e attraverso innovazioni dei servizi pubblici comprese le strutture che governano la spesa pubblica, organizzata su base provinciale". La sensazione è che il governo dei tecnici stia perdendo tempo. Monti teme di scontentare i partiti che lo appoggiano e prende tempo. Risultato? I tecnici si subappaltano ad altri tecnici: oltre a Bondi la task force istituita dal governo annovera Giuliano Amato, l'ex premier che entrò - notte tempo - nei nostri conti, e Francesco Giavazzi. A detta di Monti, Amato e Giavazzi svolgeranno a titolo gratuito la funzione di consulenti del governo, mentre con Bondi è in corso un negoziato difficile: il Prof vorrebbe pagarlo mentre il super commissario si limiterebbe al rimborso spese.
"Monti fugge dalle responsabilità", ha tuonato l'ex ministro Renato Brunetta spiegando che l'attuale governo "preferisce i giochi mediatici come la nomina del supercommissario, anziché attuare leggi già esistenti". Adesso è tutto nelle mani di Bondi. Laureato in chimica, il 78enne super commissario ha sempre mantenuto un profilo basso con pochissime esternazioni sui media.
Alto, magro, riservato, Bondi si è sempre presentato come "un chimico, non esperto di scienze economiche". Adesso la mannaia è nelle sue mani. Vedremo se riuscirà a fare in un mese quello che a Giarda non è riuscito in un trimestre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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