In attesa di dichiarare guerra alla Francia, e magari anche all'Italia, la Gran Bretagna muove le sue divisioni legali. Dopo le veementi e indignate campagne della stampa, proprio di quella stampa il cui campo visivo è storicamente regolato dal buco della serratura, parte l'offensiva nei palazzi di giustizia.
Per lavare l'affronto della principessa Kate a petto in fuori, pubblicata sul francese Closer, sull'irlandese Daily Star e sul nostro Chi, due le mosse decise a Buckingham Palace: una denuncia penale per violazione della privacy, con l'obiettivo di ottenere il risarcimento danni, e una procedura d'urgenza in sede civile, per fermare la diffusione dei negativi verso altri Paesi e altri giornali. Mentre la battaglia penale richiederà tempi lunghi, quella civile finirà oggi con la sentenza che sarà pronunciata dal tribunale di Nanterre, vicino a Parigi.
Prima ancora di conoscere gli esiti della controffensiva, un risultato è però già ampiamente acquisito: tutto il mondo, persino gli individui e i luoghi più ignari e più remoti, che mai avrebbero ammirato le segretezze della duchessa di Cambridge, a questo punto ha dato almeno una distratta occhiata.
Il capolavoro mediatico è da università della comunicazione: i toni e il livello della reazione a difesa della privacy hanno di fatto centrato il risultato opposto, funzionando come formidabile volano della notizia e delle foto, trasformando un semplice seno di donna, come ce ne sono e se ne vedono in qualche altro miliardo di esemplari, nella gettonatissima e imperdibile attrazione del giorno. Come se il mondo non avesse in ballo questioni appena più serie.
Ad ogni modo, l'effetto boomerang è planetario: tutti i giornali, tutte le televisioni, tutti i siti della terra, in un modo o nell'altro, quelle foto le hanno già pubblicate. L'intera razza umana ha contemplato e ne discute.
Persino nelle Isole Salomone, dove la giovane coppia è in viaggio ufficiale, Kate si è vista accogliere all'aeroporto da un plotone di donne a seno nudo, secondo la simpatica tradizione locale: porgendo il capo per ricevere la corona floreale di benvenuta, nemmeno lei è riuscita a trattenere un inevitabile sorriso di autoironia.
Ecco, in tutta questa grottesca vicenda, ora dopo ora trasformata in gigantesco intrigo internazionale, è proprio la famosa ironia british a far sentire più dolorosamente la sua mancanza. Sostengono adesso i legali dei coniugi offesi che la battaglia giudiziaria è tesa soprattutto a punire in modo esemplare il fotografo francese, invidiato dai colleghi di tutti i continenti, che ha centrato il prestigioso bersaglio mentre il regale seno si trovava in Provenza per una vacanza. Si parla di grave violazione della privacy, di «forte turbamento della povera ragazza».
Ma prima che lo decidano i giudici francesi, tutti quanti si chiedono: è davvero così imperdonabile che un paparazzo faccia il proprio lavoro, per quanto scostumato e invadente, puntando il mirino su un personaggio pubblico di fama universale? Ma soprattutto, senza che debbano stabilirlo i giudici: nell'anno 2012, nell'Occidente evoluto della libera tintarella e della libera informazione, davvero un seno, per quanto principesco, può ancora provocare un simile fungo atomico?
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