Coinvolgere una personalità riformista del Partito democratico, metterlo fianco a fianco con Elly Schlein e cercare di salvare il salvabile. Dopo tre mesi di insuccessi, i riformisti dem finiti in minoranza nel partito, iniziano la controffensiva per avvisare la segretaria e frenare le sue idee massimaliste. La persona adatta per “accompagnare” il nuovo organigramma Pd verso campi più moderati dello scenario politico sarebbe Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici e riformista per eccellenza.
Il piano dei riformisti dem
Il piano è questo: se l’attuale presidente dem, Stefano Bonaccini, si candiderà alle prossime elezioni europee, bisognerà sostituirlo sia in Regione Emilia Romagna sia alla presidenza del Partito democratico. Qui, ci spiega un retroscena del Corriere della Sera, dovrebbe entrare in gioco Paolo Gentiloni, trascinatore di Schlein e nuovo “garante” delle istanze riformiste. La corrente moderata dem, rimasta sotto traccia finora, comincia a rialzare la testa e aumentare il tono della voce. Il ruolo di Schlein, per ora, non è messo in discussione. D’altro canto, però, le personalità che non hanno votato la giovane segretaria con tripla cittadinanza, cominciano ad esigere maggiore rappresentanza a livello politico e maggiore collegialità sul piano decisionale.
A partire da Stefano Bonaccini, ex sfidante di Schlein e governatore dell’Emilia Romagna.“Se vogliamo provare a influenzare l’agenda del partito – ha spiegato il presidente dem ieri in una riunione della sua mozione – dovremmo pensare a strutturarci come area”. Se il piano Gentiloni è ancora piuttosto vago, l’esercito riformista dem è in fase di preparazione. L’idea è quella di dare vita a un’area politica e culturale che dovrebbe essere guidata dall’attuale senatrice dem, Simona Malpezzi, e da Federico Giannasi, attuale parlamentare Pd. Attenzione: l’obiettivo, spiegano dal Nazareno, non è quello di creare una nuova corrente. Anche se, a ben vedere, le modalità pensate dal governatore emiliano ricalcano esattamente quelle usate dalle attuali correnti dem. “Non dobbiamo commettere l’errore – assicura Bonaccini – di farci passare per quelli che vogliono fare un nuovo correntone”.
La paura nel partito
Corrente a parte, il dissenso dei riformisti è ormai un dato certo. L’affaire Ciani ha scatenato, per l’ennesima volta, i mal di pancia interni al Nazareno. La nomina di Paolo Ciani a vicecapogruppo è l’ultima trovata dell’incomprensibile politica made in Schlein. Esponente di Demos, senza tessera del Pd e con nessuna intenzione di iscriversi al nuovo corso dem, pacifista incallito con una lunga esperienza nella Comunità di Sant’Egidio. Il profilo di Ciani e la sua nomina hanno sollevato più di qualche dubbio dalle parti del Nazareno.
La domanda che gira, ripresa dal Corriere della Sera, coglie il punto della questione: “A Montecitorio, mercoledì – si chiedono alcuni esponenti dem – non avremo mica assistito al primo atto concreto con cui Elly Intende trasformare il partito in un movimento?”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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