Ilva, il Tribunale di Taranto boccia la vendita dell'acciaio sequestrato

L'acciaieria chiedeva l'applicazione della salva-Ilva. Ad aprile la Corte Costituzionale valuterà sulla legittimità della legge

Ilva, il Tribunale di Taranto boccia la vendita dell'acciaio sequestrato

Il Tribunale di Taranto dà ragione all'Ilva. Il ricorso presentato dall'acciaieria accusata di disastro ambientale è stato accolto. La decisione del gip, che permetteva di vendere le merci sotto sequestro, a patto che il ricavato finisse in un fondo bloccato e la vendita avvenisse attraverso i custodi giudiziari dovrà ora essere rivista.

La società aveva chiesto di rivedere la decisione presentata dal gip Patrizia Todisco. Il giudice aveva dato ordine di vendere l'acciaio - circa 1,8 milioni di tonnellate di materiale sotto sequestro-. A motivare la scelta la deperibilità del materiale, che è stoccato all'aperto.

Il valore dell'acciaio è stimato dall'azienda attorno al miliardo di euro. L'Ilva ha chiesto più volte che il materiale venisse dissequestrato, sostenendo che affidare la vendita dei materiali ai custodi giudiziari equivaleva a limitare il diritto di impresa.

538em;">Secondo la società si sarebbe dovuta applicare la legge 231, la Salva-Ilva, che prevede la restituzione della merca all'acciaieria. Il 9 aprile approderà alla Corte Costituzionale, dovrà si decidere sulle questioni di legittimità sollevate dal Gup e dal Tribunale di Taranto.

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