Il Tribunale di Taranto dà ragione all'Ilva. Il ricorso presentato dall'acciaieria accusata di disastro ambientale è stato accolto. La decisione del gip, che permetteva di vendere le merci sotto sequestro, a patto che il ricavato finisse in un fondo bloccato e la vendita avvenisse attraverso i custodi giudiziari dovrà ora essere rivista.
La società aveva chiesto di rivedere la decisione presentata dal gip Patrizia Todisco. Il giudice aveva dato ordine di vendere l'acciaio - circa 1,8 milioni di tonnellate di materiale sotto sequestro-. A motivare la scelta la deperibilità del materiale, che è stoccato all'aperto.
Il valore dell'acciaio è stimato dall'azienda attorno al miliardo di euro. L'Ilva ha chiesto più volte che il materiale venisse dissequestrato, sostenendo che affidare la vendita dei materiali ai custodi giudiziari equivaleva a limitare il diritto di impresa.
538em;">Secondo la società si sarebbe dovuta applicare la legge 231, la Salva-Ilva, che prevede la restituzione della merca all'acciaieria. Il 9 aprile approderà alla Corte Costituzionale, dovrà si decidere sulle questioni di legittimità sollevate dal Gup e dal Tribunale di Taranto.
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