È Giorgia Meloni, in conferenza stampa, a confermare quel che i giornali hanno già scritto: è Vittorio Rizzi, finora vicedirettore dell'Aisi, a prendere il posto di Elisabetta Belloni alla guida del Dis, l'agenzia che coordina i nostri due servizi segreti. Si chiude in corsa il caso Belloni, che ha suscitato polemiche e dietrologie, e si volta pagina.
«Abbiamo deciso - spiega la premier - di nominare il prefetto Vittorio Rizzi a capo del Dis. Rizzi è una persona - prosegue Meloni- che ha alle spalle una carriera assolutamente prestigiosa all'interno della Polizia di Stato, un funzionario dello Stato di prim'ordine».
Una figura di spessore, in grado di traghettare il Dis oltre le querelle suscitate dall'inatteso addio di Belloni. Certo, tutti sapevano che a maggio lei avrebbe lasciato la carica, dopo una proroga di un anno, ma nessuno si aspettava un congedo repentino, in qualche modo uno strappo. Sotto l'albero di Natale.
Per di più, con il caso Sala da risolvere. Ora la giornalista del Foglio è tornata a casa e perfino le opposizioni, tutte senza esclusioni, si sono complimentate con il governo e la nostra intelligence per la conduzione della difficilissima partita lungo il triangolo Roma - Mar a Lago - Teheran.
Inoltre, in un colloquio con il Corriere della sera, Belloni ha precisato di aver annunciato le sue dimissioni prima che scoppiasse il Caso Sala: «E ne ho parlato - è il suo racconto - con i miei interlocutori istituzionali, prima fra tutti la premier Giorgia a Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano. È con loro che, sin dagli inizi di dicembre, abbiamo tracciato la strada per una transizione tranquilla e senza incidenti».
La precisazione temporale è decisiva: all'inizio di dicembre, ben prima che Cecilia Sala prendesse l'aereo per l'Iran, lei aveva già stabilito di farsi da parte e di cambiare vita. Anche perché pare affacciarsi, imminente, un incarico Importante e prestigioso come consigliera sulle politiche migratorie della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. Diventano così irrealistici certi scenari complottistici disegnati dalla stampa in questi giorni: Belloni, dopo una carriera luminosa e impeccabile, sarebbe stata emarginata mentre era in corso la partita per liberare Sala. Piccolo dettaglio: il fermo di Sala è arrivato a cose fatte e quindi non c'entra.
È vero semmai che qualche rapporto ai piani alti dell'esecutivo, vedi Antonio Tajani, si era logorato in precedenza, come rileva una sua frase nemmeno tanto criptica: «Non è necessario piacere a tutti».
Ora arriva Rizzi, la cui nomina è stata formalizzata nel Consiglio dei ministri in serata, e che vanta un cursus honorum altrettanto formidabile: è stato capo delle squadre mobili di Venezia, Milano e Roma, ha guidato il team investigativo che a suo tempo aveva individuato e catturato i brigatisti responsabili a Bologna dell'uccisione di Marco Biagi, uno degli ultimi terribili episodi del terrorismo rosso. E ancora, Rizzi è stato questore a L'Aquila, poi direttore dell'anticrimine e della polizia criminale. Da settembre scorso era vicedirettore dell'Aisi, l'intelligence tricolore interna, incarico che dovrebbe essere ricoperto dal generale delle Fiamme Gialle Leandro Cuzzocrea. Ufficializzata la nomina di Fabrizio Curcio come nuovo commissario alla ricostruzione.
Insomma, Meloni è riuscita a gestire al meglio una crisi internazionale che rischiava di indebolirla.
«Ricordo anche - conclude Meloni - l'esperienza internazionale che in un ruolo come quello del Dis è importante: Rizzi è stato co-presidente del Gruppo di lavoro dei 27 Paesi dell'Unione europea che devono prevenire il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nelle risorse del Next Generation Eu; e membro titolare dell'Italia nel management board di Europol; ha guidato per ben due volte la delegazione italiana nel G7 dei ministri degli interni». Un profilo da numero uno, in un mondo dove spirano sempre più venti di guerra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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