Intercettazioni, Delmastro: "Allo studio misure per i giornali"

Il sottosegretario alla Giustizia annuncia misure ad hoc per la stampa: "Intervenire anche sui giornali con massima prudenza rispetto al diritto di cronaca"

Intercettazioni, Delmastro: "Allo studio misure per i giornali"

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio non è disposto a scendere a compromessi. L’informativa alla Camera sull’amministrazione della Giustizia, che ha riguardato in massima parte il nodo delle intercettazioni, ne è una riprova. Sugli interventi per combattere la divulgazione delle intercettazioni si pensa ad una misura ad hoc per la stampa.

La pubblicazione delle intercettazioni

Intervenuto ad Agorà su Rai Tre, Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, ha messo in chiaro che devono finire i tempi in cui vengono divulgate e pubblicate sui giornali le intercettazioni. Serve un freno, una volta per tutte. “Bisogna intervenire da una parte con l’ispettorato generale per verificare che non vi siano fuoriuscite di notizie dalle Procure stesse, dall’altra parte con una norma più stringente”, ha spiegato il trasmissione parlamentare di Fratelli d’Italia. L’intervento per misurare la pubblicazione eccessiva di intercettazioni sulla stampa da implicito diventa esplicito: “E poi lo dico onestamente, si, anche sui giornali.

Fratelli d’Italia spinge sull’acceleratore e pensa ad una misura per contrastare la pubblicazione di intercettazioni, che molto spesso finiscono in prima pagina e danno il via ad un processo mediatico e politico che non conosce il senso del limite. Delmastro è consapevole dei rischi e vuole conciliare la linea dura sulle intercettazioni con la difesa del sacrosanto diritto di cronaca. Per quanto riguarda gli interventi sui giornali “sono allo studio proprio perché ci rendiamo conto che bisogna agire con la massima prudenza rispetto ad un diritto che è il diritto di cronaca”.

Dello stesso avviso di Delmastro è Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera. Commentando le parole del sottosegretario della Giustizia Foti centra il punto della questione: “Io credo che si debba conciliare il diritto dell’informazione a quello della privacy e della possibilità di una persona di difendersi senza dover essere messa alla gogna”. Le affermazioni di Foti sono chirurgiche e colgono perfettamente l’annoso problema delle intercettazioni.“Quelle che non hanno rilevanza non devono essere diffuse posto che la Costituzione prevede anche la riservatezza delle conversazioni”.

Il piano Nordio

Il contrasto all’abuso delle intercettazioni è l’ubi consistam della riforma liberale e garantista che ha in mente il ministro Nordio. L’intervento del Guardasigilli di ieri alla Camera dei Deputati ha riguardato in gran parte il tema delle intercettazioni e, in particolare, sulla necessità di intervenire sull’abuso delle stesse. Il rischio nel mantenere lo status quo, secondo il ministro, è quello di “cadere in una democrazia dimezzata” perché “quando si parla di giustizia bisogna parlare anche di errori giudiziari".

La riforma dell’uso eccessivo delle intercettazioni, giova ricordarlo, non toccherà minimamente quelle che riguardano terrorismo e mafia e “quei reati che sono satelliti nei confronti di questi fenomeni perniciosi”.

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