"Disturba gli uccelli". La follia delle Ong ecologiste contro il ponte sulla Stretto

Il ponte sullo stretto? "Inutile, dannoso, rischioso". Le Ong ambientaliste presentano un report catastrofista per contestare la grande opera. Ma non è una notizia: da sempre gli ecologisti hanno osteggiato il progresso

"Disturba gli uccelli". La follia delle Ong ecologiste contro il ponte sulla Stretto
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Il conto lo paghiamo sempre alla fine, quando gli effetti deleteri dell'ecologismo si mostrano in tutta evidenza. Solo a quel punto, col senno di poi, ci rendiamo conto di quanto l'ambientalismo oltranzista sia un freno al progresso e al buon senso. È accaduto anche di recente: dopo la catastrofica alluvione in Emilia Romagna, nei territori in molti hanno accusato i militanti green di aver impedito - con proteste e ricorsi - la realizzazione delle grandi opere di salvaguardia dei centri abitati. Ma quello delle nutrie più tutelate dell'uomo è un paradosso che trova analoghe declinazioni in tutto il Paese. Di recente alcune Ong ambientaliste si erano scagliate persino contro l'idroelettrico per il suo potenziale impatto negativo sugli eco-sistemi. E i no Tav avevano chiesto di bloccare la costruzione infrastruttura per non disturbare uccelli e anatre tuffatrici.

Il dossier contro il ponte di Messina

Ora le rimostranze degli ecologisti si sono concentrate pure sul ponte di Messima, per il quale il governo ha da poco avviato l'iter di edificazione. Prontamente è scattata la crociata anti-grande opera, della quale peraltro si discute da decessi e contro la quale già in passato gli animalisti si erano scagliati. In un dossier preparato da un pool di esperti per conto delle ong ambientaliste Kyoto Club, Lipu e Wwf sono elencati tutti i presunti aspetti negativi del colosso archiettonico, descritto come "inutile e dispendioso dal punto di vista economico, rischioso dal punto di vista tecnologico, dannoso dal punto di vista ambientale". Vantaggi? Nemmeno uno, ovviamente. A sentire gli attivisti green, il progetto andrebbe addirittura contro la Costituzione: il recente decreto convertito in legge potrebbe violare - secondo gli ecologisti - gli articoli 9 (tutela del paesaggio e dell'ambiente), 32 (tutela della salute) e 41 (iniziativa economica privata).

"Rovina l'habitat degli uccelli"

Secondo lo studio commmissionato dalle Ong, dati i volumi di traffico l'opera sarebbe inutile e anti-economica. Nessun privato la finanzierebbe, perché non potrebbe rientrare nell'investimento, e il Ponte rimarrebbe a carico dello Stato. La struttura - continuano le organizzazioni ambientaliste - sarebbe addirittura a rischio per i terremoti, il vento, e rovinerebbe il paesaggio e l'habitat degli uccelli migratori. Per gli esperti incaricati dalle Ong, andrebbero anche rifatti l'appalto e la valutazione di impatto ambientale, perché il progetto non è stato realizzato entro cinque anni. E mica è finita. Il ponte, sostengono gli ambientalisti, creerebbe poca occupazione (solo 507 persone al mese) e bloccherebbe il traffico delle portacontainer perché troppo basso, solo 65 metri sul livello del mare.

L'ideologia anti-sviluppo degli ecologisti

Il report ecologista è un allarme unico contro quella che viene considerata un'opera senza vantaggi. Eppure, non riusciamo a considerare questo dossier una gran notizia. Da sempre infatti gli ambientalisti si oppongono alle grandi infrastrutture paventando sfaceli all'ecosistema. Da sempre hanno una concezione del progresso tutta particolare e colpevolizzano l'uomo ritenendolo la causa di cataclismi e cambiamenti climatici. Sognano un mondo a impatto zero ma pieno di contraddizioni e paradossi.

Il ponte di Messina, ad esempio, diminuirebbe il traffico marittimo che provoca tonnellate di sostanze inquinanti; ma agli ecologisti non va mai bene. Non basta mai. Meglio fermare tutto: l'unico progetto che li convince è la decrescita felice dagli esiti infelici.

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