Il Movimento 5 Stelle spegne 14 candeline. Di tempo ne è passato e in questi anni si è assistito a una metamorfosi eloquente sia sul piano identitario sia dal punto di vista organizzativo. Prima un'opposizione senza sconti, poi le molteplici esperienze di governo, la scissione di Luigi Di Maio, infine la bocciatura che ha costretto i grillini a occupare ancora i banchi dell'opposizione. Il nuovo corso di Giuseppe Conte avrebbe dovuto rilanciare l'azione del M5S e compattare la galassia gialla, ma nel giorno del compleanno dei 5 Stelle a prendersi la scena è un botta e risposta interno.
Il botta e risposta Castaldo-Conte
Oggi pomeriggio alle ore 17 il presidente del Movimento sul proprio profilo Facebook terrà una diretta per parlare delle battaglie da portare avanti e delle sfide all'orizzonte. In realtà gli occhi sono puntati sul recente bisticcio che è destinato a impattare su quella che sarebbe dovuta essere una situazione tranquilla e di assoluta calma. Ieri Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare grillino, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera ci è andato giù pesante: ha attaccato la nuova stagione del M5S e non ha usato mezzi termini per pungolare il leader.
Castaldo ha denunciato che nell'ultima anno è avvenuta "una brusca involuzione democratica". Un approccio che doveva incrementare il confronto e la condivisione interna ha lasciato spazio a un improvviso cambio repentino: "In un anno abbiamo avuto solamente tre riunioni del Consiglio nazionale, peraltro molto ingessate e generiche". Ad alimentare la discussione è anche la tanto attesa riforma della governance territoriale, visto che in questi mesi diversi pentastellati si sono mostrati critici verso le investiture dall'alto: la nomina diretta dei coordinatori regionali e provinciali ha escluso molti attivisti e di conseguenza ha creato tensioni. "La riorganizzazione procede con lentezza e opacità. Dovremmo imparare dagli errori, e invece continuiamo a farci del male da soli", ha aggiunto l'europarlamentare 5S.
Nel pomeriggio è arrivata la replica di Conte, che però ha preferito affrontare la questione con un piglio ironico senza rispondere puntualmente nel merito della questione. "Azz, siamo in dittatura...", è stata la battuta attribuita dall'Adnkronos al presidente del Movimento. Un'uscita che non è stata affatto digerita da Castaldo, secondo cui l'ironia sfoggiata dall'ex avvocato del popolo "la dice lunga sulla triste situazione" in cui versano i 5 Stelle. Solo dopo circa 24 ore Conte ha proferito parola sui social con un approccio meno scherzoso e, anzi, lanciando una bordata verso Castaldo: "La regola del doppio mandato vale anche per l'Europarlamento, anche se lui aveva una interpretazione per cui si poteva sfuggire e gli ho dovuto chiarire che questo non è possibile. Una regola che ci crea delle difficoltà per quanto riguarda le competenze acquisite, ma troveremo il modo di valorizzarle. Anche per l'interessato, saremo ben felici di poterci continuare ad avvalere del suo contributo".
Il M5S tra liti e spaccature
Il M5S indubbiamente avrebbe preferito trascorrere un compleanno senza diatribe interne. E invece gli scossoni continuano a farsi sentire. Anche perché c'è un dettaglio nell'intervista di Castaldo che non va affatto sottovalutato: il botta e risposta non va inteso come un caso singolo e isolato, ma si inserisce in una situazione che sembra essere assai agitata.
L'europarlamentare ha infatti rivelato di percepire un "malessere diffuso", spiegando che diversi colleghi "si sfogano solo dietro le quinte" ma preferiscono non uscire allo scoperto perché "forse temono di subire conseguenze" qualora dovessero palesarsi pubblicamente. "Soprattutto molti nostri gruppi storici sono delusi e demoralizzati. La loro voce non può essere ignorata", ha concluso. Dichiarazioni che possono essere interpretate anche come un avviso: se non si terrà conto dei mal di pancia allora le irritazioni aumenteranno. E a quel punto le conseguenze sarebbero imprevedibili. Una nuova scissione? Una corrente di minoranza interna? Mentre il Movimento 5 Stelle compie 14 anni a Conte vengono recapitati avvertimenti chiarissimi. Fare il simpatico non aiuterà a placare un fuoco che sta per espandersi.
Le contraddizioni
In questi anni non sono passate inosservate le numerose contraddizioni. Su tutte spicca quella sulle alleanze. Inizialmente il Movimento si era proposto come forza politica alternativa ai tradizionali schieramenti, salvo governare prima con la Lega e poi con il Partito democratico. Senza ovviamente dimenticare il passaggio dalle feroci critiche verso Mario Draghi al supporto a favore dell'esecutivo guidato proprio dall'ex presidente della Banca centrale europea.
Ora il M5S batte i pugni per il salario minimo, ma la domanda sorge spontanea: perché non lo ha messo nero su bianco durante i governi in cui i grillini erano in maggioranza? Nel lungo elenco
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