"Anche se la crisi europea si è un po' attenuata, l'Italia rimarrà una fonte di preoccupazione per i suoi partner nell'Ue. Il Paese sta andando verso una maggiore frammentazione politica e una più marcata instabilità governativa che renderà molto più difficile portare a compimento le riforme". Non c'è che dire, è un quadro assai desolante quello formulato da Stratfor, l'agenzia americana di analisi geopolitiche, in un documento che gira tra gli investitori americani, quegli stessi investori cui Mario Monti nei mesi scorsi si era rivolto. Ne parla in un articolo Italia Oggi, rivelando alcuni passaggi interessanti contenuti nel rapporto di Stratfor, l'agenzia, guidata dal politologo George Friedman e dall'analista Robert D. Kaplan.
Dopo aver descritto la crisi del centrodestra, evidenziando i problemi di Berlusconi - sfociati nelle dimissioni del 2011 - e lo scandalo corruzione che ha travolto la Lega, l'attenzione degli analisti americani si sofferma poi sul centrosinistra, evidenziando la difficoltà del Partito democratico, che "ha supportato le misure di Monti provando allo stesso tempo a mantenere il suo legame con i sindacati e gli elettori di centrosinistra". Questo tentativo, sottolineano, "ha causato una crisi di leadership nel partito". E da qui si arriva al Movimento 5 Stelle e alla sua crescita esponenziale ("potrebbe arrivare al 20%"). Ma per gli americani i grillini "non hanno un concreto programma dei governo" e il voto per loro è solo un voto di protesta.
Problemi politici e di sistema, quindi, rispetto ai quali per Stratfor le prospettive sono poco rassicuranti: non ci si può aspettare che le elezioni del 2013 "significheranno una sostanziale rottura con il passato", anche se alla fine le "elite politiche saranno in grado di sopravvivere". Dunque, tutto bene quel che finisce bene? Neanche per idea, secondo l'analisi americana, secondo cui "il problema italiano non è economico ma fondamentalmente politico. Il Paese ha una visione profondamente pessimistica del futuro e la classe politica non offre risposte".
Monti non viene preso di mira da Stratfor. E neanche il suo governo tecnico.
Ma il primo a essere infastidito è proprio lui, il presidente del Consiglio, che ha profuso grandi energie per cercare di dimostrare che l'Italia è cambiata e che, dopo un anno dal suo avvento (ormai un anno fa), il Paese è sulla buona strada. Basta un'analisi come questa per stroncare, sul nascere, ogni speranza di Rinascimento del Belpaese. E qualcuno si chiede: perché questa bocciatura arriva proprio ora?
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