Landini si "converte" in nome del Papa

Ormai nell'opposizione è passato il messaggio che Francesco è stato il leader mondiale dei progressisti, da brandire in chiave anti Trump, anti Meloni, anti von der Leyen

Landini si "converte" in nome del Papa
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Attento alle tematiche del lavoro, in prima fila per gli ultimi, paladino contro le diseguaglianze. Quindi un sindacalista. Nell'ondata di commozione per la scomparsa di Papa Francesco, non mancano tentativi prosaici di utilizzare la figura del vicario di Cristo per marketing politico. «Nel segno del messaggio di Papa Francesco», così il segretario Cgil Maurizio Landini (foto) ha presentato il concertone del Primo Maggio che riprende in piazza San Giovanni a Roma.

Tra il look mozzafiato di Elodie e il manifesto «neoitaliano» del rapper Ghali, la vera star sarà Jorge Mario Bergoglio, diventato un punto di riferimento soprattutto per la sinistra iperlaicista, se non atea.

«Uniti nel lavoro sicuro», lo slogan sindacale dell'evento, pare assumere una sacralità superiore se pronunciato nel nome dell'ex pastore della comunità cattolica mondiale. Un po' come dire, ce lo ha insegnato lui.

L'egualitarismo che Landini ha appreso nel mondo collegato al vecchio Pci, sembra avere trovato solo ora una conferma autorevole nel pontefice argentino, incontrato più volte dal capo del sindacato rosso. E in quelle occasioni Landini ha annotato vari messaggi che ora ripropone: «Dare voce a chi non ce l'ha, fare rumore e battersi contro le diseguaglianze per rilanciare un'azione che rimetta al centro la persona».

Davanti a tanti giovani che si accalcheranno per assistere alla performance delle varie Arisa e Giorgia, passando per Mondo Marcio e Il Mago del Gelato, è sicuramente più «rock» proporre l'icona universale di Bergoglio che qualche protosindacalista Cgil come Di Vittorio e Lama. Persone non meno disposte a battersi per i diritti dei lavoratori, ma evidentemente poco «glamour» per i loro successori.

Ormai nell'opposizione è passato il messaggio che Francesco è stato il leader mondiale dei progressisti, da brandire in chiave anti Trump, anti Meloni, anti von der Leyen. E la tessera onorifica concessagli dal segretario della Confederazione Generale Italiana del Lavoro diventa una sorta di lapide imperitura che aggiorna il Pantheon della sinistra sindacale. Come se altri Papi -Ratzinger guarda caso - fossero stati distanti dai poveri o troppo schierati con i datori di lavoro. Anche i segretari Cisl (Daniela Fumarola) e Uil (Pierpaolo Bombardieri) hanno condiviso l'omaggio a Francesco, ovviamente da posizioni geograficamente meno lontane rispetto al Pontefice.

La vera conversione di Landini, al di là dei furbi richiami alle emozioni del momento, si è già consumata da tempo. Ma non c'entra nulla la religione. Da dirigente sindacale a leader politico che punta a condizionare il Pd di Elly Schlein e a fagocitare il Movimento 5 Stelle di Conte. Sui referendum di giugno (Jobs Act e cittadinanza) ha già costretto i dem più radicali a muoversi al suo seguito.

Il sogno è quello di guidare un fronte massimalistico ed estremista che, per principio, farebbe l'opposto del governo Meloni su tutti i temi, dall'immigrazione clandestina alla difesa. Ovviamente nel nome di Papa Francesco.

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