L'assurda teoria di Salis: "Il carcere è razzista, il 75% dei detenuti è straniero"

Dal palco del suo tour con Zerocalcare, Salis ha sostenuto la tesi secondo la quale l'elevata percentuale di detenuti stranieri fa sì che il carcere sia razzista

L'assurda teoria di Salis: "Il carcere è razzista, il 75% dei detenuti è straniero"
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Ilaria Salis, che ultimamente pare si identifichi in una cantante, o in chissà cos'altro, è in tour. Ebbene sì, l'eurodeputata europea ha deciso di partire per una tournée nelle piazze vicine ai centri sociali con Zerocalcare, al momento faro letterario della sinistra italiana. Prima tappa Milano, poi Roma e poi via, verso nuove avventure, come da lei annunciato sui suoi profili sociali. Dress code, che secondo lei si addice al suo ruolo di rappresentante istituzionale degli italiani, l'ombelico esposto, che spunta dal crop top d'ordinanza, quasi una uniforme per Salis. Al di là di questo, dal palco di Milano, accanto a un asservito compagno di crociata, l'eurodeputato che è andata a Bruxelles per abolire le carceri, ha dichiarato che queste siano razziste, ma per un motivo diverso rispetto a quello che chiunque potrebbe immaginare se provasse a sostenere le sue tesi.

"Un altro discorso è proprio il carattere razzista del carcere. Per esempio a San Vittore il 75% dei detenuti sono stranieri", ha dichiarato Ilaria Salis. Nel ragionamento che emerge da un video caricato su Twitter, diventato virale e ripreso da innumerevoli profili, Salis sembra dire che le carceri sono razziste perché ci sono molti stranieri. In quel breve estratto di pochi secondi l'europarlamentare che fino a prima di finire in una prigione ungherese era vicina ai movimenti del "fuoco alle carceri, fuoco ai cpr", oggi sostiene una teoria di questo tipo, senza logica, pur di giustificare le sue posizioni. Forse vuol sottintendere che gli stranieri vengono maggiormente trattenuti in carcere? O forse chissà, forse desidera che gli stranieri escano ed entrino gli italiani, per bilanciare quella sproporzione.

E forse è per questo motivo che, intervistata da La Repubblica ha dichiarato: "Mi ha stupito come il governo si sia espresso a processo aperto, nel senso che comunque spetterebbe alla magistratura poi decidere se Salvini è colpevole o meno". Eppure, se lei al momento non è in un carcere ungherese, come l'altra ragazza tedesca che sta subendo lo stesso suo processo, è proprio grazie alla politica che si è intromessa, prima ancora che i giudici avessero modo di stabilire se lei fosse colpevole o meno.

Ma al di là di tutto, sostenere la tesi di Ilaria Salis sembra troppo perfino per i suoi compagni, che infatti non si sono espressi per appoggiarne le dichiarazioni. E non è la prima volta che l'onorevole di Avs viene spesso ignorata dai colleghi, anche loro incapaci di difendere certe tesi.

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