Salis parte in tour e attacca: "Nazisti in Ungheria come minoranza da tutelare"

Forte dell'immunità parlamentare, Ilaria Salis nel corso della prima tappa del suo "tour" non ha negato le accuse che le vengono mosse in Ungheria ma solo la forma: "Sono andata a Budapest come sarei andata da qualunque altra parte, per solidarietà con chi sta lì"

Salis parte in tour e attacca: "Nazisti in Ungheria come minoranza da tutelare"
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Ilaria Salis è in tour. Come una novella rockstar, l'europarlamentare eletta tra le fila di Avs ha annunciato di avere in programma una vera e propria tournée nel nome dell'antifascismo. La prima data è stata oggi a Milano, alla Fabbrica del Vapore, e il prossimo 21 settembre sarà a Roma. "Questa notte non sarà breve" è il titolo dell'incontro che toccherà diverse città italiane e che la vedrà affiancata a Zerocalcare, organizzato dal gruppo parlamentare europeo "The Left" al quale appartiene anche Carola Rackete, magari guest star in una dele prossime tappe. "Il tour 'Questa notte non sarà breve' è per me molto importante, sia perché sarà un’occasione, finalmente, di incontrare di persona chi mi è stato vicino e mi ha sostenuto nei momenti più difficili, sia perché avremo modo di parlare di repressione, carcere, antifascismo e solidarietà in Europa", ha scritto Salis.

Ma di cosa parla davvero in questo "tour", che si svolgerà tra una seduta e l'altra dell'europarlamento, l'ex appartenente dei centri sociali, alla quale evidentemente manca quell'ambiente? Durante la tappa di Milano, Salis non ha perso tempo per attaccare Viktor Orban e per imbastire l'ennesima narrazione vittimistica. "Io sono stata sbattuta in galera con l’accusa di ‘violenza contro membri di una comunità’, un reato in Ungheria pensato per contrastare i crimini di odio razziali. Quindi per tutelare le persone vittime di attacchi neofascisti, siamo al paradosso", ha proseguito, ancora convinta di non aver fatto nulla di male. "Il gip ha applicato questo reato come se i nazisti fossero una minoranza da tutelare. A questa narrazione in Ungheria contribuiscono il governo, i media e la magistratura", ha proseguito.

Senza negare, in quella sede, di aver preso parte all'azione violenta che le viene imputata, Salis ha dichiarato che "l’antifascismo deve essere qualcosa di internazionalista". E sarà forse un caso che questo identico concetto è stato espresso nei giorni scorsi in Venezuela durante un convegno organizzato dal partito di Nicolas Maduro. "Io sono andata a Budapest come sarei andata da qualunque altra parte, per solidarietà con chi sta lì e perché se un germe attecchisce da una parte è come una malattia che si può propagare altrove", ha spiegato, forte della sua condizione di immunità parlamentare. Consapevole del fatto di esistere solo grazie alla narrazione sul fascismo, fantasma sventolato dalla sinistra per continuare ad avere argomenti di discussione, Salis sostiene che "in Europa purtroppo e nel mondo stanno riemergendo i nazionalismi che si sono ripuliti di facciata. Non mettono la svastica o il fascio littorio sullo stendardo, ma si nutrono della stessa ideologia che porta solo morte e guerra".

Nel suo intervento, nel tentativo di convincere e fomentare i presenti, ha sostenuto che quelli che ci sono oggi "si chiamano sovranismi, si sono dati un altro nome per cercare di rendersi presentabili e sono anche una pericolosissima illusione per le classi popolari, perché si spacciano

per difensori dei diritti delle classi popolari. Non hanno però nessuna intenzione di modificare il sistema economico vigente, e sulle ingiustizie sociali anzi rispondono a istanze sociali con la criminalizzazione".

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