"Esce di scena da protagonista. Molti in queste ore ne hanno raccontato l'avventura umana, imprenditoriale e politica. Sul suo nome gli italiani si sono divisi e il giudizio della storia sarà diverso da quello della cronaca". Così Giorgia Meloni ha esordito nella sua lettera in ricordo di Silvio Berlusconi, che ha perso la vita a 86 anni dopo una carriera costellata da grandi successi dalla tv allo sport. La sua scomparsa non cancellerà tutto il suo operato che ha rivoluzionato l'Italia.
Ed è proprio su questo punto che il presidente del Consiglio, nel suo intervento pubblicato sulle colonne del Corriere della Sera, si è voluto soffermare per sottolineare una differenza di merito tra chi ha fatto opposizione politica in maniera civile e chi invece ha utilizzato "mezzi impropri per provare a sconfiggerlo": lo ha fissato come un dato su cui portare avanti una riflessione, per l'oggi e per il futuro, "perché alla fine di questa storia i suoi avversari hanno perso".
Meloni ha posto l'attenzione sulla capacità e sull'intraprendenza che hanno sempre connotato l'azione dell'ex leader di Forza Italia. Eppure nei suoi confronti, anche in queste ore, c'è chi non riesce a evitare i soliti stereotipi e l'ondata di odio provenienti da una certa parte della sinistra nostrana. Il capo del governo ha spiegato le ragioni che hanno portato gli italiani a provare una naturale empatia per Berlusconi: "Dall'essere uno di loro, uno che ce l'aveva fatta e che non apparteneva a quei mondi esclusivi e inaccessibili, tipici delle storiche famiglie influenti italiane".
Al Cav, al di là delle singole opinioni, va indubbiamente riconosciuto il merito di essere arrivato a Palazzo Chigi in veste di presidente del Consiglio dopo essersi affermato nel settore privato. Meloni l'ha definito l'imprenditore prestato alla politica "che rompeva uno schema ormai consolidato in Italia". Tra i tanti traguardi raggiunti il Cav ne ha sempre rivendicato uno con particolare orgoglio: aver impedito ai comunisti di prendere il timone del nostro Paese.
Il presidente del Consiglio nella sua lettera ha riservato spazio anche a questo aspetto, riconoscendo all'ex leader azzurro di aver fatto sì che i postcomunisti non "prendessero il potere in Italia pochi anni dopo il crollo dell'Unione Sovietica, che aveva sancito la fine del comunismo in Europa".
La storica discesa in campo, avvenuta nel 1994 mediante un messaggio video, gli ha dato ragione: Meloni ha affermato che "ebbe il tempismo e colse il momento" che di fatto favorì il bipolarismo tra destra e sinistra impedendo una lunga stagione di governi di estrazione socialista. Riuscì a offrire un'alternativa nel campo moderato, ampiamente premiata dagli elettori, dando all'Italia "una dimensione occidentale e contemporanea, rafforzando così l'intera Nazione a livello internazionale".
Infine Meloni ha voluto rivolgere lo sguardo alle "molte luci" che hanno contraddistinto la sua figura dal punto di vista umano e politico: lo ha dipinto come un leader di partito e un presidente del Consiglio che si è rivelato essere "un formidabile difensore del nostro
interesse nazionale e del nostro tessuto produttivo e sociale". "È questa la grande eredità che Berlusconi lascia all'Italia. Ne sapremo fare buon uso. Grazie Silvio", ha concluso il capo del governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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