"Anche questa volta – diceva Elly Schlein nel suo primo discorso da segretaria – non ci hanno viste arrivare”. Ieri, come un boomerang, è lei che non ha visto arrivare gli elettori. Per il Partito democratico, i risultati delle amministrative, compresi i ballottaggi, sono l’ennesima Caporetto. Il risultato finale è impietoso: sono solo tre le citta conquistate dal centrosinistra, a fronte delle dieci ottenute dalla coalizione di centrodestra. Sconfitta l’ideologia massimalista targata Elly, debellate le ricette politiche rosse, al Pd non rimane nient’altro se non interrogarsi sulle possibili alleanze future. I risultati di quest’ultima tornata elettorale sembrano sconsigliare un ritorno al vecchio “campo largo” ma all’interno del Nazareno la discussione è già partita.
Il ritornello del "campo largo"
L’ammucchiata giallo-rossa per fermare “il vento delle destre”, come ribadito in tarda serata da Elly Schlein, sembra ad oggi l’unica opzione percorribile. Una serie di fattori reali, mischiati con una buona dose di fantasia, fanno tornare di stretta attualità la necessità di un’alleanza strutturale tra dem e grillini. La grande debolezza della leadership Schlein, l’enorme confusione delle sue proposte politiche e l’incolmabile distanza tra il nuovo Pd e le istanze riformiste, sono fattori reali che, più o meno velatamente, giocano a favore del campo largo. La cosiddetta necessità di fermare “le destre al potere” potrebbe rappresentare la giusta dose di ideologia utile alla causa.
La prima a tendere la mano verso il Movimento pentasetllato è proprio Elly Schlein. “Da soli non si vince – commenta la segreteria dem – bisogna costruire un campo alternativo e credibile alla destra, divisa su tanti temi, ma quando si tratta di andare al voto si presenta unita. E l’alternativa non spetta solo al Partito democratico”. A porte chiuse, rivela un retroscena di Repubblica, la leader dem è ancora più esplicita: “Questa sconfitta è una lezione per tutti, non solo per noi. Movimento 5 Stelle e Terzo Polo – ammonisce Schlein – devono capire che se non si allarga il campo vince la destra. Va trovato un terreno comune.
La strategia di Conte
Poco importa se “le destre”, il termine preferito dalle parti del Nazareno, non solo si presentano uniti alle elezioni ma governano insieme da sette mesi a questa parte. Poco importa se il tandem tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle, sperimentato anche nelle ultime elezioni amministrative, si è rivelato un progetto fallimentare. E ancora: poco importa se, tranne nel cavalcare qualsiasi protesta di piazza, dem e grillini marciano divisi su tutto. A cantare il ritornello del campo largo, come se non bastasse, è rimasto solo il Partito democratico.
La strategia imboccata da Giuseppe Conte, leader pentasetllato, è antitetica al progetto. Al posto di creare un terreno comune, l’avvocato del popolo marca le differenze. Invece che definire i punti condivisi, il Movimento 5 Stelle aspetta al varco Elly Schlein e i suoi silenzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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