L'imbarazzo di Schlein per Tarquinio, il ribelle pacifista

La segretaria Pd costretta a sconfessare il suo candidato: "La politica estera la fa il partito". I commenti: "È il nostro Vannacci"

L'imbarazzo di Schlein per Tarquinio, il ribelle  pacifista
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Pacifista, ma non troppo. Non fino a prospettare lo scioglimento della Nato. Elly Schlein continua a procedere in equilibrio precario, alla ricerca di una sintesi tra le sensibilità di un Pd che alla segretaria piace definire «plurale».

In effetti cosa c’è di più distante dalla linea del Nazareno degli ultimi anni di un candidato che vuole farla finita con l’Alleanza Atlantica? Ovviamente si tratta di Marco Tarquinio. L’ex direttore di Avvenire ha mandato in tilt i dem dopo aver detto che «bisogna sciogliere la Nato in Europa». Puntuali sono arrivate le prese di distanza, anche dalla sinistra del Pd. Inevitabile per Schlein sconfessare il candidato che aveva voluto così tanto.

«Non siamo i primi ad avere una tradizione importante di candidati indipendenti. Tarquinio ha espresso la sua opinione, ma la linea di politica estera del Pd la decide il Pd», puntualizza la segretaria a Tagadà, su La7. Intanto la minoranza dem ribolle. «Tarquinio ormai è il nostro Vannacci», scherza con Il Giornale un parlamentare del fronte riformista. Il paragone tra il giornalista e il generale è molto in voga tra gli atlantisti del Pd. Ma la strada del pacifismo è tracciata. «Ho visto le dichiarazioni di Macron e non dimentichiamo che aveva anche detto di inviare addirittura truppe europee. Noi non siamo d’accordo», scandisce la segretaria a proposito dell’ipotesi di consentire all’Ucraina di colpire la Russia con armi occidentali. «Noi siamo per evitare un’escalation che porti all’ingresso diretto dell’Europa in guerra contro la Russia», continua Schlein. E Tarquinio non ritratta: «Dagli anni ’90 dico che la Nato va sciolta». Si smarca perfino Cecilia Strada, l’altra candidata pacifista del Pd: «La linea non la detta Tarquinio».

Stando alle voci che arrivano dai dem, il motivo che ha portato il giornalista ad alzare l’asticella dell’anti-occidentalismo è di più basso cabotaggio.
L’ex direttore di Avvenire si sente abbandonato dal partito. Schlein si è fatta vedere il meno possibile accanto a lui. I circoli non lo sostengono e il suo nome è stato escluso dai ticket e dalle cordate con gli altri candidati. Il giornalista cattolico sta contando molto sull’associazionismo bianco e su Demos, braccio politico della Comunità di S.Egidio, guidato da Paolo Ciani, deputato eletto con il Pd. Tarquinio corre in quarta posizione al Centro. Dopo Schlein, Nicola Zingaretti e Camilla Laureti.

Dovrebbe essere eletto, considerando che in quella circoscrizione dovrebbero scattare tre o quattro seggi e la leader non andrà in Europa. Il rischio è di finire più che doppiato da Zingaretti e di prendere meno voti di Dario Nardella.

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