L'immoralità dei moralisti indignati a senso unico

La sanatoria del Pd

L'immoralità dei moralisti indignati a senso unico
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La vita è breve, ma ci penseranno i doppiopesismi all'italiana a farcela sembrare interminabile. L'ultimo è quello del Pd sulla rottamazione quater, che nell'autunno 2022 lo vide accusare il governo di «favorire gli evasori e aiutare i criminali»: quindi il Pd è un partito di evasori e criminali, perché di sottecchi poi ha aderito alla sanatoria (al «condono») per quanto l'abbia chiamata «definizione agevolata» nonché fatta sparire dal bilancio 2023. Acqua passata, il Pd ora è impegnato a denunciare i mancati introiti fiscali che levano denaro a sanità e istruzione: anche se decine di studi confermano che l'evasione è distribuita equamente tra destra e sinistra, anche se a svuotare le casse statali sono notoriamente i sussidi improduttivi, i bonus a pioggia, le mance elettorali come il reddito di cittadinanza, persino gli 80 euro di Renzi oltre naturalmente al superbonus sulle ristrutturazioni. Acqua passata anche questa, c'è da chiedere a gran voce le dimissioni di Giovanni Toti da governatore della Liguria, anche se lo stesso Pd nel frattempo sta difendendo a spada tratta il capogruppo calabrese piddino Giuseppe Sera, indagato per brogli elettorali e collegamenti con la 'ndrangheta; fa niente, la manifestazione per chiedere le dimissioni di Toti sarà organizzata dal Pd e dai Cinque Stelle, Movimento fondato da un comico condannato per omicidio colposo e per il cui vertice è stata candidata certa Chiara Appendino, condannata per disastro e, pure lei, omicidio colposo; alla manifestazione parteciperà anche l'Alleanza rosso-verde, che ha appena eletto a Bruxelles una totale incapace (per farla uscire di galera) ma contesta i presunti privilegi di un ergastolano che in una galera italiana c'è appena entrato.

La vita è breve, ma in Parlamento e sui media italiani continuerà la sfilata dei doppiopesismi farisaici, ergo gli impresentabili saranno sempre gli altri, i corrotti pure, il Pd rimarcherà l'ambiguità di Matteo Salvini sul conflitto ucraino ma glisserà sulla contrarietà di Conte ad armare Zelensky e glisserà anche sulla pari contrarietà dell'Alleanza rosso-verde alla missione per difendere le rotte marittime del Mar Rosso, mentre Repubblica accuserà il portavoce del ministro Lollobrigida per delle vecchie email dopo aver ospitato per 22 anni Adriano Sofri sulle sue pagine, e Il Fatto Quotidiano continuerà a strillare che «non riceve contributi pubblici», anche se ha preso un prestito garantito di 2 milioni e mezzo grazie al Fondo di Garanzia decretato dal «suo» Governo Conte. La vita è breve ma la legislatura, rassegnatevi, sarà lunga.

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