Per carità, è stato bello vedere milioni di persone sottoporsi volontariamente al rito delle primarie, far la fila civilmente e addirittura mobilitarsi per la politica. Un miracolo, siamo contenti tutti, rallegramenti alla sinistra tutta, elettori, eletti e apparati. Però lasciatemi dire una cosa che non mi è parso di aver letto o sentito negli osannanti commenti del giorno dopo: non avete sentito odore di raggiro o quantomeno d’incoerenza nel mobilitare la gente a votare un leader e poi lasciare la legge elettorale così com’è o addirittura peggio?
Le primarie di solito servono per scegliere il candidato che dovrà sfidare l’avversario in una votazione da cui esce chi governerà il Paese, nel quadro di una Repubblica presidenziale, semipresidenziale o comunque con l’esplicita indicazione del premier. Pensate al caso americano. Da noi, invece, Paese grottesco prima che creativo, si sceglie il candidato direttamente dal popolo ma poi alle elezioni vere non vincono i leader ma i partiti; anzi vorrebbero pure cancellare l’indicazione del premier sulle schede.
Potremmo dire, per amor di giustizia, che a destra l’incoerenza è di segno opposto: le primarie non attecchiscono, però poi si vuole una repubblica presidenziale. Il leader scende dalle stelle e il popolo deve consacrarlo.
Ho l’impressione che la sinistra dia l’illusione ai suoi elettori di candidare Bersani a Palazzo Chigi, ma il progetto è diventare azionisti di maggioranza di un governo ma lasciare la patata bollente ad altri. Come mandare a Monti le primarie...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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