di Esprimo un'opinione personale, che in questo caso non rappresenta necessariamente l'opinione della commissione Finanze della Camera (che in questa legislatura non si è espressa sul tema) né del mio partito (che non ha manifestato pronunciamenti ufficiali su questa specifica questione). Aggiungo un'ulteriore premessa, a scanso di equivoci. La lotta all'evasione fiscale va certamente proseguita e rafforzata in un Paese come il nostro, che ha ancora una consistente porzione di economia in nero. Ma tale lotta va condotta con metodi liberali, e non con strumenti illiberali. La lotta liberale all'evasione si fa, per limitarmi a quattro esempi, abbassando le tasse, semplificando molto il sistema, o anche rendendo scaricabili molte spese, o attraverso i concordati fiscali (cose molto diverse dai condoni, di cui non c'è invece a mio avviso bisogno). Detto e ribadito questo, sapendo bene che si tratta di un'eredità del precedente governo e del precedente Parlamento, ho enormi perplessità sul cosiddetto «Grande fratello fiscale» e sul potenziamento della possibilità di entrata del fisco nei conti correnti degli italiani. E serve a poco dire che «la privacy sarà garantita» e «i contribuenti onesti hanno poco da temere». Al di là di queste rassicurazioni esteriori e formali, resta una sostanza preoccupante: si semina il panico (e non è affatto detto che il terrore fiscale aiuti la tax compliance), e in più si creano mostri burocratici che nel tempo, c'è da temere, tenderanno a rivelarsi ingestibili e di dubbia trasparenza. Come sarà effettivamente gestita e custodita questa enorme e delicatissima mole di dati? Dobbiamo affidarci alla «bontà» dell'amministrazione? È in gioco un bene sacro: il rapporto tra Stato e cittadino. E occorre ricordare che, se siamo in un Paese che ancora spera di ricordare le nozioni del liberalismo, è lo Stato che deve porsi al servizio del cittadino, e non il cittadino a doversi sentire suddito dello Stato.
La politica, tutta la politica, senza propaganda e senza polemiche sterili, farebbe bene a riaprire una riflessione su questo punto, che tocca l'essenza stessa del rapporto tra l'individuo e lo Stato.*Presidente
commissione Finanze
della Camera
e deputato Pdl
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